L’inarrestabile avanzata del web: strumento di alta vera democrazia

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 E' VERO CHE SON MORTI...

Quella su Internet è una rivoluzione irreversibile, che riguarda ogni settore, anche quello dell’informazione. Ormai i vecchi “Soloni” che pontificavano dalle pagine dei quotidiani (spesso non in buona fede ma “ispirati” da qualche politico perché indirizzassero l’opinione pubblica in una o in un’altra direzione) non contano più nulla. La gente non li legge più. Sono morti. Proprio come dice Grillo. Un fondo di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera oggi viene letto da quattro gatti: gli addetti ai lavori, più qualche sfigato che ha comprato il giornale per cambiare 10 euro all’edicola. I grandi quotidiani stanno diventando dei “Circoli Letterari”, non contano più niente nel processo di formazione dell’opinione pubblica. Così si sono giustamente e intelligentemente spostati anche loro sulla rete; ma quello è un mare sterminato e loro una piccola goccia. Sono significativi i dati che la stessa FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) ha recentemente diffuso sull’informazione on-line. Non solo gli italiani si informano sempre meno attraverso giornali cartacei e televisione, preferendo Internet (soprattutto i giovani), ma su circa 13 milioni di italiani che si informano on line, appena 6 milioni lo fanno rivolgendosi a testate classiche (tipo repubblica.it o corriere.it, per intenderci) mentre la maggior parte – oltre 7 milioni – si informa con i blog (Grillo etc.) o con i social network (facebook) che sfuggono al “controllo” di politici e industriali. Insomma, gli italiani sono sempre meno condizionabili dai poteri forti…

Wanda Montanelli

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Avanza l’informazione sul web e adesso i blog fanno paura

E’ molto interessante quanto emerge dallo studio Fieg «La stampa in Italia 2009-2011». Secondo il rapporto l’informazione sul web è cresciuta del 50% in tre anni, cioè il 50% in più di lettori di giornali preferisce informarsi attraverso internet.

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 E' VERO CHE SON MORTI...

I dati: tra il 2009 e il 2011, il numero complessivo di utenti attivi sul web in un giorno medio è passato da 10,4 a 13,1 milioni, con un incremento del 26%. Parallelamente il numero degli utenti di siti web di quotidiani in un giorno medio è passato da 4 a 6 milioni, con un incremento del 50%. E’ interessante notare come si parli di “soli” sei milioni di utenti per i quotidiani online a fronte di 13,1 milioni di navigatori. Quei 7,1 milioni di utenti internet evidentemente si informa fuori dal circolo dei quotidiani online che in genere non vengono aggiornati con frequenza e spesso riportano solo notizie di agenzia o vecchie di diverse ore, quando invece la rete è in grado di sfornare notizie a getto continuo.
Il ruolo dei blog: una larga parte di quei 7,1 milioni di navigatori che non si informa sui quotidiani online (ma anche una parte di quelli che sui giornali online ci vanno) preferiscono quindi informarsi diversamente. E qui entrano in gioco i blog, a volte dei veri e propri siti di informazione online anche se spesso indirizzati su specifiche tematiche e meno generalisti di quanto possano essere i quotidiani online. E’ una nuova forma di giornalismo libero che spesso informa più degli stessi giornali diventando addirittura fonte di informazione per le stesse testate giornalistiche. Ci sono blog che fanno più ingressi di importanti testate giornalistiche online.
La paura della casta politica e della lobby dei giornalisti: e qui iniziano i problemi perché i blog fanno paura. Informano senza avere alle spalle una redazione che ne “indirizza” la linea editoriale, lo fanno gratuitamente e spesso meglio dei giornali online. Non sono soggetti alle restrizioni della “stampa ufficiale” (anche se le querele volano) e quindi trattano gli argomenti in maniera più netta e incisiva, meno diplomatica. I politici non possono controllarli mentre i giornalisti (quelli veri) non riescono a tenere il passo con l’enorme flusso di notizie che il web mette a disposizione degli internauti. E così, la casta politica si ritrova spesso ad essere sotto attacco senza avere il potere di censurare questo tipo di “nuova informazione”, mentre i giornali perdono milioni con le edizioni cartacee (-2,2% le entrate da vendita e addirittura -5,7% le entrate pubblicitarie).
Un freno ai blog: cosa cova esattamente sotto la cenere non si sa, ma qualcosa cova. Il Parlamento ogni tanto ritira fuori la “norma ammazza-blog” (l’ultima volta solo pochi giorni fa) e anche i giornalisti non stanno a vedere e chiedono a gran voce di regolamentare l’informazione sul web in maniera più rigida. Poco tempo fa l’ordine dei giornalisti ha denunciato una web TV per “abuso della professione” mentre lo scorso anno era stato un blogger a essere condannato per “stampa clandestina”. E’ chiaro che gli appigli legali ci sono a partire dalle querele, ecco perché bisognerebbe fare in modo che i blog possano continuare a informare senza che gli venga messo un bavaglio. Trovare quindi un sano equilibrio tra informazione professionale e blog sarà la prossima sfida del web, perché non si può certo fare a meno di questo grandissimo mezzo di informazione.

Bianca B.
http://www.freeitalianpress.org

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Internet si fa legge. Crescono i Paesi in cui la Rete è un diritto costituzionale
http://www.lettera43.it

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