Beh il voto così come articolato è scorretto. Basta mettere d’accordo le due giurie “tecniche” e il voto popolare è bello che annullato. Dice Baglioni: “Allora forse è meglio solo popolare”. In realtà un correttivo tecnico si può aggiungere, ma nell’ordine del 10, massimo 20 per cento. I tecnici non devono sovrastare sfacciatamente il voto popolare.
Un’ultima piccola nota: Mi piacerebbe un Festival di Sanremo con più canzoni e meno comizi, meno monologhi di detentori della “verità rivelata” pronunciata (quando si capiva qualcosa) senza badare a qualità e cesellatura del testo; cose, fatti e parole buttate a caso, note un tanto al chilo, forse senza mai aver conosciuto una progressione tonale armonica. Canzoni scritte a tavolino, per accontentare tutti, per dividere la torta tra chi ha voce in capitolo nel “sistema Festival”. Come può essere che una canzone sia stata scritta da cinque-sei-sette persone? Dov’è l’intima ispirazione dell’autore? Dove stanno le vere emozioni? Poche purtroppo. E non attribuisco a #Baglioni tutto questo, I vizi di Sanremo non sono di oggi e non credo dipendano da lui. Lui è bravo. I picchi di ascolto so che ci sono stati nei duetti cantati da lui con ospiti che riproponevano canzoni “vere”. Hanno fatto miracoli i bravissimi orchestrali, veramente miracoli perché è difficile dare un senso al piattume. Grazie a tutti i musicisti presenti. Ho ascoltato arrangiamenti di altissimo livello, e mi sono domandata se gli stessi orchestrali, arrangiatori e musicisti – anche esterni – avessero compiuto lo stesso lavoro su canzoni di qualità, che Festival stellare sarebbe venuto fuori? Non dico che tutto non mi sia piaciuto, qualcosa – poca roba – c’era. Ma un Festiva della canzone italiana deve varcare i confini e le canzoni devono costituire un nuovo patrimonio. Credo invece che tra pochi giorni ci sarà solo oblio di Rap sgangherati e testi scritti alla rinfusa oltre che banali. (W.M.)

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