di Federica Fantozzi
SEI CAPILISTE DONNE. In questa cifra si concretizza il 25% di quote rosa, teste di lista comprese, nella lista unitaria sancito dall’ultimo vertice in casa Ulivo.
Ancora da vedere se l’accordo reggerà alla prova dei fatti (e dei maschi) e ancora da individuare i nomi nonché i criteri di spartizione tra i partiti.
Tra le ipotesi per la Quercia ci sono la coordinatrice donne Barbara Pollastrini, la capogruppo in commissione Giustizia Anna Finocchiaro, gli ex ministri Livia Turco e Giovanna Melandri. La Margherita punterebbe su Rosy Bindi in Toscana o in Veneto. Francesco Rutelli ha poi in grande stima Linda Lanzillotta, economista con un’esperienza trentennale nella pubblica amministrazione. Data per certa alla guida di una delle circoscrizioni in quota prodiana la giornalista Lilli Gruber, approdata a Strasburgo con un milione 120mila voti (di cui 700mila presi nel Centro, battendo clamorosamente Berlusconi) e disponibile ad abbandonare Strasburgo per la politica italiana di prima linea.
Altro nome che circola, la presidente dei giovani industriali Anna Maria Artoni (che però smentisce) in buoni rapporti sia con Prodi che con Rutelli. E sempre nella squadra del Professore che si è fatto garante dei “piccoli”, potrebbe rientrare Luciana Sbarbati, leader dei Repubblicani Europei. All’accordo Ds-Dl plaude la responsabile Pari Opportunità di Italia dei Valori Wanda Montanelli: «Una donna capolista su quattro è il minimo sindacale a cui tutti dovrebbero conformarsi».
Intanto il Pdci ha varato i propri assetti elettorali. Non senza scosse: alla Camera, dove i Comunisti corrono da soli, il segretario Oliviero Diliberto sarà capolista ovunque, mentre i cossuttiani Gianfranco Pagliarulo e Maura Cossutta non vengono ricandidati e si dimettono polemicamente dagli organismi di partito. Appaiono nomi della società civile quali l’astrofisica Margherita Hack, lo psichiatra Luigi Cancrini, Nicola Tranfaglia. Armando Cossutta sarà uno dei capilista al Senato nella Lista Arcobaleno (Verdi e Pdci).
Protesta Pagliarulo contro «l’epurazione dei non allineati alla diarchia Diliberto-Rizzo (Marco Rizzo resta a Strasburgo, ndr)… Schiacciati da un regime interno molti compagni si sono allontanati e anche il ruolo del presidente Cossutta è stato ridimensionato». Replica il capogruppo (confermato) Pino Sgobio: «Maura Cossutta dopo due legislature aveva bisogno di una deroga ma si è dimessa prima della decisione prendendola come un affronto personale. Pagliarulo partecipò a una riunione scissionista». Fissata anche la testa di lista dei Verdi a Montecitorio: Pecoraro, Grazia Francescato, Paolo Cento dappertutto. Mentre Achille Occhetto potrebbe candidarsi al Senato nella Lista Arcobaleno.
E proseguono le trattative tra Ulivo e Udeur, che deciderà al congresso di fine mese la propria collocazione. Ieri Clemente Mastella ha esposto in una telefonata con Prodi i dati di uno studio secondo cui il Campanile garantirebbe all’Unione la conquista di 13 senatori. Prodi avrebbe offerto agli udeurrini due seggi alla Camera, Mastella ne chiede sei e ha per ora declinato.
Interrotto il dialogo con Mastella, l’ex Udc siciliano Raffaele Lombardo tratta con Antonio Di Pietro. Il suo Movimento per le Autonomie potrebbe entrare nella formazione che già lega IdV alla Lista Consumatori e alla Democrazia Cristiana di Alberto Alessi.
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