Intervista all’ambientalista Vandana Shiva
Mentre parliamo degli effetti nefasti del debito e dell’austerità Vandana Shiva, icona del pensiero ambientalista mondiale, prende l’Herald Tribune per mostrare un articolo sul boom dei furti di cibo in Spagna: «Fino a poco tempo fa era inimmaginabile che in Europa si rubasse per nutrirsi». Vandana Shiva, spesso citata da Grillo, è una di quelle che può dire: io l’avevo detto. «Ora ve ne accorgete anche voi: Il mercato del debito muove ormai 3 mila miliardi ogni giorno e quindi si è esteso anche a paesi prima esenti come quelli europei». La incontriamo di passaggio a Milano dove ha firmato la Carta Universale dei Diritti della Terra Coltivata presentato dall’European Socialing Forum in vista dell’Expo 2015.
Qual è la sua ricetta per uscire dalla crisi, dal momento che austerity e rigore non sembrano funzionare?
Noi del terzo mondo lo sappiamo bene: per le politiche del debito del fondo monetario e della Banca mondiale al servizio delle lobbies in India si sono suicidati 270 mila contadini dal 1995. Analizzando la crisi del ’91 in India scoprii che un terzo del debito erano spese imposte dalla banca mondiale per finanziare infrastrutture costruite da imprese estere. In questo caso si può ben parlare di debito di democrazia al servizio di interessi e profitti. Come per la vostra Tav. Bisogna chiedersi: è nata da un bisogno democratico o dalle richieste a livello europeo di un incremento delle infrastrutture italiane? Quante aziende italiane effettivamente vi partecipano? Quanta ricchezza porta alla comunità?
Ci hanno spiegato che abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi, da qui l’esigenza dell’austerità.
Bisogna distinguere austerità e semplicità. La semplicità garantisce il benessere rinunciando al superfluo. L’austerità è imposta dall’esterno per finanziare altri progetti. per esempio la Tav. Per me l’austerità è violenta e immorale perchè spinge la società verso il circolo vizioso dell’indebitamento, perché privatizza i servizi vitali, acqua, salute, educazione.
Lei invita a tornare alla terra e all’agricoltura, ma le sembra un obiettivo realistico in Europa?
Quando dico tornare alla terra penso alla necessità di uscire dal sistema di schiavitù della finanza, una grande fabbrica di fiction, come Hollywood, che ha creato tragedie per molti e successi per pochi. È l’arroganza del broker che viene in Italia per cambiare il sistema perché lui possa fare più soldi, mentre si allargano le differenze tra ricchi e poveri come mai in Europa. Il punto è cambiare mentalità. In Italia la vostra forza è stata la creatività, l’artigianalità. Ma l’attuale sistema della globalizzazione uccide la creatività e la dignità del lavoro. Dalla filiera alimentare invece si può ripartire per creare lavori con un significato ed un rispetto della terra. O si continua con questa economia fittizia basata sul furto delle risorse alla terra, e alle persone, con il meccanismo del debito, o ci muoviamo verso un economia che ridia valore alla natura.
Pensa che l’Expo 2015 sarà un’opportunità per l’ Italia?
Certo, non a caso ha molto senso che l’Expo sul cibo si faccia qui dove c’è una cultura del cibo, piuttosto che negli Stati Uniti, l’importante è che non sia solo una fiera. Si devono gettare le basi per una svolta: ci sono due crisi, economica e del sistema alimentare, risolvendo la seconda si esce dalla prima. (17 mag 13, Paola Rizzi)
Chi è
Vandana Shiva, 61 anni, è un fisico quantistico.
Paladina della battaglia contro gli Ogm e le multinazionali.
Nel 1982 ha fondato il Research Foundation for Science, Technology and Natural Resource Policy.
Uno dei leader dell’International Forum on Globalization.
Vicepresidentedi Slow Food.
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