Ségolène Royal apre la Cop22 di Marrakech

Il ministro dell’Ambiente francese ha dato il via ai lavori della Conferenza Onu in Marocco. Dopo il successo raggiunto con l’entrata in vigore del trattato di Parigi, 192 nazioni sono chiamate ora a fissare gli strumenti necessari alla sua attuazione
di Valerio Gualerzi

sgc - SERVE 
 UNA GIUSTIZIA CLIMATICA

Il ministro dell’Ambiente francese Segolene Royal con il presidente della Cop22 Salaheddine Mezouar (afp) ROMA – Soddisfazione per l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, ansia per il rischio che un’eventuale vittoria di Donald Trump possa azzerare tutti i progressi compiuti sin qui. Mentre l’Italia sperimenta dolorosamente sulla sua propria pelle le devastanti conseguenze di un clima fuori controllo, sono questi i due stati d’animo dominanti alla Cop22, la Conferenza Onu sui cambiamenti climatici apertasi oggi a Marrakech con l’ntervento del ministro dell’Ambiente francese Ségolène Royal.
Abbiamo la possibilità “per inventare un mondo futuro e concretamente per raggiungere una giustizia climatica”, ha esortato Royal in apertura di lavori. Al centro dei prossimi dieci giorni di negoziato ci sarà infatti soprattutto il tentativo di trovare una soluzione condivisa su come alimentare il fondo annuale da 100 miliardi di dollari stabilito dall’accordo di Parigi per finanziare il trasferimento di tecnologie verdi nei paesi poveri e la realizzazione delle infrastrutture necessarie a rendere possibile la rivoluzione energetica. Anche se da più parti si è sottolineato in queste ore che malgrado l’indiscutibile successo rappresentato dalla Cop21 gli obiettivi fissati restano ancora troppo modesti per garantire un contenimento del riscaldamento globale entro i 2 gradi, da Marrakech non c’è da attendersi passi avanti in termini di nuovi obiettivi da raggiungere nella riduzione delle emissioni di gas serra. Al centro delle trattative non ci saranno infatti nuovi limiti o nuove scadenze da fissare, bensì la creazione degli strumenti normativi necessari per centrare quelli già decisi lo scorso dicembre. Tradotto in altri termini, se a Parigi è stata varata la legge, in Marocco si tratta di inziare ad elaborare i decreti attuativi.

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