A un onorevole francese hanno tolto 1378 euro per essersi rifiutato di accordare al femminile ‘Le president’. Uno scenario inimmaginabile nel nostro Paese

sp 1 - "SIGNORA 
 PRESIDENTE" NON BASTA
 in Francia il deputato viene sanzionato per un mese

“Signora”. “Ma quale signora, mi deve chiamare signora presidentessa”. “Signora presidente va bene?” “Affatto”. Per questa via – a botte di “madame”, “madame le président” e “madame la présidente – in un gustoso duetto che in Italia sarebbe inimmaginabile, lunedì sera un deputato dell’Assemblea Nazionale Francese è stato prima richiamato, e infine sanzionato dalla vicepresidente (anzi, forse: vicepresidentessa) Sandrine Mazetier. Una multa mica da ridere: gli verranno decurtati 1378 euro della sua indennità mensile. La sanzione è stata possibile perché il rispetto di genere è citato e tutelato nel regolamento dell’Assemblea.
E non è bastato nemmeno che, nel corso del battibecco, il deputato si rifugiasse nella formula “Signora presidente” (“madame le président”): “Se dicessi signora presidentessa (“madame la présidente”), secondo l’Academie francaise finirei per indicare la moglie del presidente”, provava ad argomentare lui. “Macché”, ribatteva la Mazetier, inflessibile, “è il regolamento che prevede la formula ‘signora presidentessa’”, e via con la multa. La Francia, insomma, è lontana. (di S.T.. ottobre 20143)

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