di Gigi di Fiore

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 ECCO LE SALE GIOCHI DELLA VERGOGNA: I RAGAZZI SCHIAVI MA LO 
 STATO SPECULA

Cè una manona, simulacro di barriera. Una manona-immagine fuori tutte le agenzie di scommesse autorizzate, a volte alternata da un numero 18 incorniciato in un segnale di divieto. È un fumetto, da testo e chiaro significato in replica: «Vietato l’ingresso ai minori». Uno spauracchio che, all’interno di tutte le agenzie, si completa con una raffica di regole da osservare per scommettere. Una è più chiara delle altre: va sempre mostrato il proprio documento, quando ci si accosta agli sportelli. Non sempre è così.
Scommesse, slot machine, gratta e vinci e ogni diavoleria che promette sogni a poco sforzo dovrebbero essere riservate a giovanotti e signori attempati. Niente ragazzini, niente bambini. E invece scopri in giro che gli under diciotto scorrazzano in lungo e largo sotto i diciannove marchi di concessionari. Agenzie Snai, Eurobet, Sisal, Lottomatica sono assediate da giocatori in erba.
Uno lo becchi a Fuorigrotta e ti racconta, senza farsi pregare e con l’aria di sembrare più grande con il suo «hobby»: «La mia paghetta di 15 euro non mi basta mai. Ho cominciato così, per scherzo. Entro quando non do nell’occhio. Cambio ogni volta agenzia. A chi fa resistenza, spiego che devo scommettere per conto di mio padre. Non sempre accettano di farmi giocare».

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GIOCO D’AZZARDO E DIPENDENZA PATOLOGICA, SI INCOMINCIA A PUNTARE SUI BAMBINI

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