usi - SOLIDARIETA' 
 DALL'USIGRAI ALLA GIORNALISTA RAI AGGRESITA A ROMA

Christiana Ruggeri denuncia di essere stata affrontata dall’ex compagno della tata: mi ha minacciato con un coltello. Mi ritiene responsabile della fine della sua relazione con la compagna Tweet 10 marzo 2018 “Mia figlia ed io stiamo vivendo” un “incubo, non ancora finito”. Così racconta su Facebook la giornalista del Tg2 Christiana Ruggeri minacciata ieri mattina a Roma con un pugnale, come si legge sull’edizione romana del ‘Corriere della Sera’, dall’ex compagno della tata della figlia. L’uomo, un trentenne afgano, regolare in Italia, dopo la tentata aggressione si è dileguato. “Chi proteggerà da questo violento e pericoloso individuo, me e la mia bambina? Ha cercato di ucciderci: non basta? Che venga assicurato alla giustizia”, scrive sul social network Ruggeri ancora terrorizzata dall’esperienza vissuta. “Devo la vita alla mia bambina di sette anni che si è messa a gridare”, spiega, nelle dichiarazioni riportate dal ‘Corriere’, la giornalista, che ha denunciato i fatti agli agenti del commissariato Fidene-Serpentara. E racconta: “L’ex compagno della tata di mia figlia si è presentato sotto casa per ucciderci tutte e due”. “Mi accusa di aver convinto la tata che ha cresciuto mia figlia a lasciarlo, perché la maltrattava”, prosegue la cronista aggiungendo di aver già in passato spiegato all’uomo di non essere responsabile della loro rottura Ruggeri racconta poi gli attimi di terrore vissuti: “Dovevo accompagnare mia figlia a scuola, l’ho sistemata sul seggiolino posteriore nell’auto, ero chinata verso di lei per allacciarle la cintura di sicurezza, quando all’improvviso si è messa a urlare guardando dietro di me. ‘Ti ammazza, mamma, ti ammazza!’. Giusto il tempo di voltarmi – si legge sul ‘Corriere’ – e mi sono ritrovata l’ex della tata che brandiva il pugnale e veniva verso di me. Era sbucato da dietro un albero. La lama era almeno di 30 centimetri”. La giornalista è riuscita però a mantenere i nervi saldi. “Ho fatto il giro dalla parte opposta della macchina, sono riuscita a infilarmi dentro e a premere il pulsante della chiusura centralizzata. Ma lui non si è fermato, anzi: ha tentato di sfondare i finestrini, poi il parabrezza”. “Ho messo in moto e sono partita, e lui dietro a piedi, per 200 metri, con il pugnale in mano”. Ora è “ancora in giro e adesso – conclude – abbiamo davvero paura”. L’esecutivo e la commissione pari opportunità del sindacato dei giornalisti Rai (Usigrai) esprime solidarietà alla collega aggredita: “il nostro è un appello alle forze dell’ordine – si legge in una nota – affinché non sottovalutino mai alcuna denuncia e affinché agiscano con la massima urgenza”.

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