Le vittime di stalking quasi sempre subiscono importanti conseguenze psicologiche a causa delle condotte persecutorie: vediamo quali sono e quali approcci terapeutici adottare.
La recente introduzione del reato di stalking, se ha certo aumentato la soglia di vigilanza nei confronti di un fenomeno a lungo tempo trascurato dall’opinione pubblica, non ha certo comportato una significativa riduzione del numero dei casi, complici anche la vaga formulazione delle norme e la difficoltà a provare in giudizio le condotte persecutorie che integrano la fattispecie penale.
C’è, tuttavia, un dato significativo e che ha ricevuto un certo margine di visibilità: si tratta del profilo delle conseguenze psicologiche patite dalle vittime di stalking, di cui negli ultimi anni ha cominciato a parlarsi con maggiore chiarezza, al punto che sono sorte moltissime associazioni e profili professionali specializzati per consigliare approcci terapeutici opportuni e per alleviare i sintomi più gravi.
Ma quali sono le conseguenze psicologiche dello stalking? E, prima ancora, quando si può parlare di stalking? Per rispondere a queste domande è opportuno analizzare, in primo luogo, la fattispecie considerata dalla legge come reato, per poi coglierne gli aspetti sociali e psichici dal lato della persona offesa; infine, vedremo quali sono le tecniche di supporto psicologico che hanno dimostrato maggiore efficacia per le vittime di stalking.
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