Domani a Bruxelles si vota per settimo programma quadro

Roma, 23 lug. (Apcom) – Il quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, ribadisce le perplessità già espresse nei giorni scorsi sulla mozione approvata dalla maggioranza del Senato sulle cellule staminali embrionali e, in vista del consiglio Ue che si terrà domani a Bruxelles, promette che “vedrà e giudicherà” come il governo tradurrà le indicazioni di palazzo Madama.
In un editoriale intitolato “Al bivio. Il governo scelga la vita”, Marco Tarquinio scrive che il Senato ha affidato al governo un mandato “con un soffio di maggioranza e un eccesso di ambiguità”.
“Dirimente – scrive Avvenire – sarà la scelta italiana di ridare o di non ridare corpo alla ‘minoranza di
blocco’ che tanto ha fatto per tenere aperto il problema dei modi e dei limiti di una ‘ricerca scientifica dal volto umano'”. Il ministro Fabio Mussi ha di recente depennato la firma italiana da una dichiarazione di cinque paesi Ue contrari alla ricerca sugli embrioni.
Al consiglio Competitività di domani (mercato interno, industria e ricerca) c’è poi un altro tema che
preoccupa il giornale della Conferenza episcopale italiana, quello della possibilità di condurre esperimenti sugli embrioni congelati non più fertili. Nelle pagine interne, Avvenire dedica a questa
previsione della mozione di centro-sinistra un articolo intitolato “la licenza di uccidere per risoluzione”. Sempre all’interno del giornale, il direttore Dino Boffo risponde ad una lettera di quattro senatori cattolici della Margherita, Paola Binetti, Luigi Bobba, Emanuela Baio Dossi ed Enzo Carra.
I quattro esponenti dielle precisano di considerare “vita” gli embrioni congelati, e poi aggiungono: “Sappiamo che per gli embrioni crioconservati è difficile indicare , o meglio oggi non siamo ancora in grado di farlo, quando perdono per sempre la loro capacità di svilupparsi. Servirà, infatti, definire la ‘morte riproduttiva’ di questi embrioni e dovrà essere fatto adottando lo spirito etico, scientifico, giuridico, e quindi condiviso, così come è stato fatto per la morte cerebrale, che nessuno mette in discussione e che ha consentito, con l’espianto e i trapianti, di curare migliaia di donne e uomini ammalati”. Binetti e gli i colleghi della Margherita fanno riferimento all’emendamento presentato in sede Ue dall’europarlamentare tedesca Angelika Niebler e precisano di aver scritto una lettera al premier Romano Prodi perché si faccia garante di questa posizione. Secca la risposta di Dino Boffo: “Non ci resta da sperare – scrive il direttore di Avvenire – che dopo tante discussioni e dopo la vostra lettera-appello al presidente Prodi, le decisioni italiane in Europa siano di salvaguardia della vita più negletta e indifesa. Se così non sarà dovrà aprisi una rigorosa riflessione”.

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