Ha venticinque anni ed è la prima donna pilota dell’aviazione afghana, almeno da quando sono caduti i talebani. Si chiama Niloofar Rahmani e ora rischia di essere accusata di diserzione, come ha detto questo martedí il ministro della difesa di Kabul. Perché? La giovane, che si trova in America da 15 mesi per un corso, ha chiesto asilo politico agli Stati Uniti: non vuole tornare in Afganistan. Teme per la sua vita. Kabul non l’ha presa bene: il ministro della difesa ha detto che sta tradendo il suo Paese, che nessuno l’ha mai minacciata.
Il caso tiene banco da giorni. Con giornalisti americani che chiedono al presidente Donald Trump di esprimersi sulla controversia e la protagonista che, stretta nella tenaglia, prova a ridimensionare il caso scrivendo a una testata afghana. Ribadisce la volontà di servire il suo Paese, dice di essere stata fraintesa e condanna i nemici dell’Afghanistan. La stessa Niloofar Rahmani, tuttavia, è stata premiata dal Dipartimento di Stato americano, nel 2015, con il Courage Award per le minacce ricevute in Afghanistan da lei e dalla sua famiglia.
Video Euronews: Stati Uniti: diventa un caso la richiesta d’asilo della prima donna pilota afghana
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