Disagio psichico, mancata integrazione, vittima di bullismo. Le indagini sull’autore della strage di Monaco tendono a escludere ogni relazione con lo Stato Islamico ma gli analisti concordano: l’ondata di orrore sollevata dai fondamentalisti islamici ha allargato il perimetro della paura e proiettato sulle menti fragili un immaginario di violenza e morte che si fa esibizione di vendetta.
di Thomas Mackinson | 24 luglio 2016
Matrice islamica, forse no. Disagio da mancata integrazione, probabilmente. Mentre tutte le piste sull’attentato di Monaco restano aperte è un fiorire di analisi e controanalisi sul condensato di violenza che colpisce le metropoli europee ed entra nelle nostre case sotto l’indistinta definizione di “terrorismo”. Chi ne sa a palate, di Stato Islamico e così via, si mostra prudente sull’ultima strage ma vede radici comuni nel fenomeno della violenza che sta investendo le nostre vite, che ci piomba in casa e così facendo accende nuovi potenziali progetti di morte. Piani che, nell’amplificazione dei media, assumono i tratti di una vera e propria “corsa alla strage”, per cui uccidere non basta più: bisogna mietere più vittime possibili. Di questo ragiona Arturo Varvelli, ricercatore dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi) che ben conosce il tema del fondamentalismo di matrice religiosa che gli inquirenti tedeschi non hanno ancora escluso del tutto e su cui si muovono gli omologhi francesi per la strage di Nizza. La sua analisi si salda con l’altra pista, quella del disagio personale e della mancata integrazione degli immigrati di seconda generazione. Per la comune ondata di violenza, certo, ma anche perché “questi episodi – spiega Varvelli – rivelano che sono ormai saltati i paracadute: quando s’innesca il seme della follia omicida non c’è più rete di contenimento che tenga. E tutti noi – per sufficienza, interesse o audience – stiamo in qualche modo spingendo i meccanismi di emulazione che strage dopo strage sembrano ormai prescindere dalle motivazioni e degli obiettivi di chi le compie”… continua a leggere
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