(ANSA) – ROMA, 15 OTT – Il Comune di Roma ha le carte in regola per costituirsi parte civile e chiedere il risarcimento dei danni agli stupratori nei processi per violenze sessuali avvenute nella capitale perche’ gli scopi primari, fissati nello statuto del Campidoglio, comprendono anche forme di tutela per le donne. Inoltre la capitale, per attuare questo obiettivo statutario, ha assunto iniziative concrete per contrastare le aggressioni alle donne come la creazione di un centro antiviolenza. Lo sottolinea la Cassazione accogliendo un ricorso del Campidoglio, estromesso da un processo per stupro dalla Corte di Appello di Roma con sentenza del 12 dicembre 2006. ”Gli abusi sessuali ledono non solo la liberta’ morale e fisica della donna – spiegano gli ‘ermellini’ nella sentenza 38835 – ma anche il concreto interesse del Comune di preservare il territorio da tali deteriori fenomeni avendo lo stesso posto la tutela di quel bene giuridico come proprio obiettivo primario”. Adesso l’ amministrazione capitolina ha il pieno diritto a chiedere il risarcimento dei danni a un uomo di 31 anni, Simone C., che, sotto effetto della cocaina, violento’ una donna di 69 anni causandole lesioni e opponendo resistenza ai carabinieri.
Articoli Correlati
Tutto è liturgia d’amore
Questo articolo si legge in 2 minuti
LETTERA INVITO DI W.M. ALLE COLLABORATRICI DELLA CdD
Questo articolo si legge in 1 minuti
Dora, «l’americana» di Camaiore che si lascia morire in Rsa: «Fatemi tornare dalla badante e dal mio gatto Ignazio»
Questo articolo si legge in 1 minuti
Violenza sulle donne: consegnato a una 36enne il primo orologio intelligente che protegge le vittime
Questo articolo si legge in 1 minuti
Commenti