La Suprema corte ha ordinato un nuovo processo su un caso di stupro di gruppo per rivedere al ribasso le condanne inflitte in appello. A commetterlo -secondo la sentenza di secondo grado- erano stati due 50enni mentre la vittima era una ragazza. I tre erano andati a cena e la donna aveva bevuto tanto da “non riuscire ad autodeterminarsi”
di F. Q. | 16 luglio 2018
Nel caso di uno stupro, se la vittima è ubriaca per avere assunto volontariamente alcol, alla pena non può essere aggiunta l’aggravante del ricorso alle sostanze alcoliche o stupefacenti. Lo ha deciso la Cassazione ordinando un nuovo processo su un caso di stupro di gruppo per rivedere al ribasso le condanne inflitte in appello. A commetterlo – secondo la sentenza di secondo grado – erano stati due 50enni mentre la vittima era una ragazza. I tre erano andati a cena e la donna aveva bevuto tanto da “non riuscire ad autodeterminarsi”. I due l’avevano portata in camera da letto e avevano abusato di lei. A distanza di ore era andata al pronto soccorso e qui aveva descritto in modo confuso quanto accaduto. Era andata al pronto soccorso e qui aveva descritto in modo confuso quanto accaduto.
I due erano stati assolti in primo grado del gip di Brescia, nel 2011, perché la donna non era stata riconosciuta attendibile. Ma la corte d’Appello di Torino a gennaio 2017 aveva valutato diversamente il referto del pronto soccorso, che evidenziava leggeri segni di resistenza, e condannato i due uomini a tre anni , applicando anche l’aggravante di “aver commesso il fatto con l’uso di sostanze alcoliche“.
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