La forbice tra chi ha e chi non ha si è divaricata a tal punto da aver prodotto in America un clamoroso voto di protesta, avverso all’Establishment, impensabile fino a poche settimane fa e soprattutto sfuggito ai radar di tutti i mass-media. Contro ogni previsione Donald Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. La prima cosa che farà sarà smantellare il sistema sanitario pubblico messo in piedi da Obama. E questo è certamente un male. Di contro, però, si opporrà a ogni trattato economico internazionale di libero scambio TTIP (chi vuol produrre in Paesi dove la manodopera è bassa deve vendere i prodotti in quegli stessi Paesi, non negli Stati Uniti).
Il programma di Trump prevede di annientare l’Isis, ritornare ai precetti della religione cristiana, e basandosi su quanto ha promesso ai suoi elettori toccando le corde di tipo razzista, rimettere i bianchi di origine inglese nei posti di comando, creare un muro con il Messico.
Da un certo punto di vista è un’inversione a U rispetto alla politica degli ultimi decenni, al punto da far dire oggi a molti analisti che questo voto, unito all’altrettanto clamoroso Brexit di pochi mesi fa significa “la fine del Novecento”. Questa giornata verrà probabilmente ricordata come una curva della Storia, esattamente come il giorno della caduta del muro di Berlino che segnò la fine di un’epoca (e peraltro si trattò sempre di un 9 novembre, ma del 1989).
Del resto un recente studio internazionale ha messo in fila i Paesi del mondo in cui la middle class è stata più schiacciata verso il basso a tutto vantaggio dei supericchi, diventati ancora più ricchi. I Paesi in cui la classe media è più contrariata perché impoverita sono: al primo posto Italia, al secondo Usa, al terzo Regno Unito, al quarto Francia, al quinto Svezia e al sesto Olanda. Non è difficile notare che in rappresentanza di questo malessere in Italia c’è Grillo, in Usa Trump, nel Regno Unito c’è stata la Brexit, in Francia il fenomeno Le Pen, e in Olanda stanno proponendo un referendum per uscire dall’Europa. Tutto ciò premesso, mi spiace per Hillary, sia perché la storia degli Usa l’hanno scritta I Democratici, (con i Kennedy che ci portò sulla luna, Delano Roosevelt col New Deal e lo stesso Obama con l’Obamacare) sia perché la Clinton perde la competizione per la Casa Bianca per la seconda volta, ma stavolta fa ancora più male perché era data superfavorita da tutti i sondaggi. E sia, infine, perché Trump rimane “poco presentabile” e secondo me inadeguato a ricoprire un ruolo tanto importante e prestigioso.
C’è chi dice che potrebbe stupirci. Staremo a vedere… (w m)
Usa 2016, Trump: “Dobbiamo essere grati a Hillary. Superiamo le divisioni…
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