Dalla ”fuga dei cervelli” allo ”spreco di talenti”. E’ quanto accade nel Mezzogiorno, dove due giovani su tre sono ‘a spasso’, disoccupati, mentre piu’ del 30% dei laureati under 34 non lavora e non studia. Difficolta’ anche per le famiglie, che faticano ad acquistare persino i generi alimentari. Nel frattempo, negli ultimi due anni si sono persi 281 mila posti di lavoro e il tasso di disoccupazione effettivo nel 2010 e’ salito al 25%: tra cassa integrazione e scoraggiati, un meridionale su quattro non lavora. A scattare la fotografia dell’economia del Mezzogiorno e’ il Rapporto Svimez 2011, che mette in evidenza l’acuirsi della divaricazione con il Centro-Nord. Nel 2010 – si legge nello studio – il tasso di disoccupazione nel Sud e’ piu’ del doppio rispetto al Centro-Nord (13,4% contro 6,4%) e se consideriamo, tra i non occupati, anche i lavoratori che usufruiscono della Cig e che cercano lavoro non attivamente (gli scoraggiati), il tasso di disoccupazione corretto sale al 14,8%, a livello nazionale, con punte del 25,3% nel Mezzogiorno contro il 10,1% nel Centro-Nord. L’occupazione e’ in calo in tutte le regioni meridionali, ad eccezione della Sardegna, con valori drammaticamente bassi in Campania, Calabria e Sicilia, mentre, tra i giovani, solo uno su tre ha un impiego. Il tasso di occupazione giovanile (15-34 anni), che per le donne si ferma al 23,3% segna un divario di 25 punti con il Nord (31,7% contro 56,5%). Aumentano, inoltre, i Neet (Not in education, employment or training) con alto livello di istruzione: sono circa 167 mila i laureati meridionali fuori dal sistema formativo e dal mercato del lavoro. Non va meglio per le famiglie, che hanno difficolta’ a spendere, ne’ per gli investimenti, che al Nord sono il triplo rispetto al Sud, frenato soprattutto dal calo nelle costruzioni (-4,8%). ”E’ un Sud che arranca, pur lasciandosi alle spalle la recessione piu’ grave dal dopoguerra”, spiega il Rapporto: il prodotto interno lordo, nel Mezzogiorno ha segnato, rispetto al 2009, un modesto +0,2%, ben lontano dal +1,7% dell’Italia centro-settentrionale. La Lombardia e’ la regione piu’ ricca, con 32.222 euro, pari a circa 16 mila euro all’anno in piu’ rispetto alla Campania, che e’ la piu’ povera con 16.372 euro. Secondo il presidente Svimez, Adriano Giannola, la politica del rigore del governo e la manovra ”penalizzano il Sud”. Preoccupati, ma non sorpresi, i sindacati: Per la Cgil c’e’ il ”rischio di irreversibilita’ distanza dal Nord”. ”Lo sviluppo del Paese parta dalla ripresa del Mezzogiorno, concentrando gli sforzi sull’emergenza occupazione”, e’ la richiesta di Cisl e Uil.(ANSA 29-LUG-11)
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