Cara Wanda ,
leggendo la tua puntigliosa precisazioner elativa alla posizione nella lista il dubbio che viene è che tu abbia reagito più sulla base di tue ambizioni personali che non per il problema più generale delle donne. Non ti viene in mente che se tu fossi stata più avanti in lista un’altra persona , forse donna ,sarebbe retrocessa nella graduatoria . E non era meglio fare uno sciopero così severo molto prima, cioè contro la designazione dall’alto delle liste , criterio assurdo che impedisce di eleggere i candidati sulla base degli effettivi suffragi individualmenete ottenuti , come vorrebbe una vera democrazia ! ? SALUTI
Gian Raffaele
Caro Gian Raffaele,
la mia lotta è, di fatto, iniziata prima dell’approvazione della nuova legge elettorale così antidemocratica. Per questo abbiamo combattuto per mesi, con manifestazioni, presidii davanti alle Camere, convegni, lettere e pressioni dall’interno dei partiti.
La mia azione è indirizzata a dare valore alle donne che lavorano seriamente in politica, e intende porre l’accento sul deleterio fenomeno delle cooptazioni che umilia l’impegno di persone che per anni credono ad un progetto politico, si spendono per realizzarlo e poi si vedono passare avanti avventurieri di turno che usano la politica come taxi per raggiurgere obiettivi solo personali.
Se davanti a me fosse stata posta un’altra donna “interna” del partito, non avrei avuto nulla da obiettare. La Gasparrini di turno che passa da Patto Segni, a Fini, a Berlusconi e non ha niente a che vedere con l’Italia dei Valori, certo non si può accettare.Come non si può accettare che nessuna delle donne dell’IdV sarà eletta perché un partito piccolo come il nostro puo’, se vanno bene le cose, vincere un solo seggio per circoscrizione. E nelle teste di lista ci sono uomini ( talvolta anche questi cooptati nell’ultima ora).
La mia puntigliosa presisazione è conseguente alle dichiarazioni pubbliche di Di Pietro che oltre tutto intende far credere che non sono nelle liste perché l’ho deciso io auto-escludendomi. Come se avessi manie di protagonismo per le quali un bel giorno avrei deciso di fare il digiuno tanto per attirare l’attenzione.
E’ chiaro che il rispetto per il mio lavoro e la mia persona, da responsabile di un dipartimento che esiste proprio in quanto deve condurre avanzi azioni positive in difesa dell’equilibrio della rappresentanza, lo esigo. Ma vorrei che fosse chiaro che la mia iniziativa è conseguentev al fallimento del mio ruolo, non alla salvaguardia di un posto al sole. E’ il crollo improvviso dei contenuti del mio lavoro di anni. E’ questo che mi fa digiunare.
L’assoluta omertà a tutela ognuno dei propri interessi di parte (qui veri interessi, economici, di potere, di prenotazioni di ruoli, di governo e sottogoverno) che tende a “coprire” questa mia lotta con una coltre di silenzio era anche da me stata messa in bilancio. So infatti che non fa comodo a nessuno che si parli del problema, della vera, assoluta, assenza di democrazia che viviamo in questa fare elettorale, grazie ad una legge che da’ tutto il potere ai partiti, ed alla quale gli stessi partiti si sono i ben volentieri adeguati. Perché poi all’interno di ogni schieramento ci sono mogli, zie, vedove, amiche, figli, fratelli e amanti da sistemare con un posto in Parlamento, o in ruoli “altri” nel sottogoverno. Ruoli soggetti alla lottizzazione ed alla guerra feroce per accaparrarsene i posti. E’ anche questo che mi convince a continuare il mio digiuno. E ti assicuro che non faccio alcuna fatica per quanto sono disgustata.
Saluti.
Wanda Montanelli
Commenti