(GINEVRA, 7 FEB – Champagne nelle strade oggi a Berna per celebrare i 40 anni del diritto di voto alle donne in Svizzera. Sono infatti trascorsi appena quattro decenni dallo storico 7 febbraio 1971, quando l’elettorato elvetico, composto allora di soli uomini, approvo’ l’introduzione del suffragio femminile, con un chiaro 65,7% di voti in favore ma in netto ritardo rispetto ai vicini europei. Dodici anni prima, nel 1959, il suffragio femminile era stato invece seccamente respinto in votazione da due uomini su tre (66,9%). Vinse l’idea – promossa dal fronte del No – che una donna attiva in politica sarebbe stata una pessima madre e moglie. ”Un’idea assurda, ma forse non del tutto scomparsa”, osserva Valerie, appena maggiorenne. ”All’epoca ho votato contro il voto alle donne, ma era tutto diverso e tornare indietro sarebbe assurdo”, confessa Olivier (63 anni) alla stampa locale. Rene’ (66) non dice cosa voto’ ma e’ convinto che il diritto di voto alle donne sia stata una cosa ”buona” per il Paese. Eppure, malgrado l’attivismo di alcune donne, la Svizzera e’ stata tra gli ultimi ad introdurre il suffragio femminile. Per alcuni esperti, e’ stato probabilmente il sistema di democrazia diretta con il ricorso al voto popolare a fungere da freno. Ma un’altra caratteristica della Confederazione, l’autonomia di comuni e cantoni, diede invece a molte donne l’occasione di irrompere nella vita politica ben prima del 1971. Nel 1957, il piccolo comune di Unterbarch, nel Vallese, fu il primo ad autorizzare le donne a votare e nel 1968, Ginevra poteva vantare un sindaco donna, che pero’ non poteva ancora votare a livello federale. All’opposto le donne di Appenzello dovettero aspettare il 1990 per poter votare a livello cantonale. Partite in ritardo, le Svizzere hanno registrato notevoli conquiste nel mondo politico ed oggi il governo federale elvetico e’ tra i pochi al mondo a registrare una maggioranza di donne. Composto da sette membri, l’esecutivo elvetico (Consiglio federale) conta attualmente, per la prima volta, una maggioranza di donne con quattro ministre e tre ministri. Inoltre, la presidenza del Paese – assunta ogni anno a turno da uno dei sette ministri – spetta quest’anno a una donna, la ministro degli esteri Micheline Calmy-Rey. Tuttavia – ha messo in guardia la presidente – come in altri Paesi, anche in Svizzera le donne devono spesso decidere fra famiglia e carriera professionale. L’impegno per la parita’ fra i sessi – ha sottolineato – deve continuare. (ANSA 07-FEB-11)
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