“I carabinieri sono accusati di omicidio, calunnia e falso. Voglio dire a tutti che bisogna resistere, resistere, resistere. Ed avere fiducia nella giustizia”. Così Ilaria Cucchi, in un post sul suo profilo Facebook, dopo la chiusura da parte della procura di Roma dell’inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi, fermato per droga il 15 ottobre 2009 e morto una settimana dopo all’ospedale Pertini.
La Procura di Roma ha contestato il reato di omicidio preterintenzionale ai tre carabinieri che arrestarono il geometra romano: Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, secondo l’accusa, sarebbero loro ad aver colpito dopo l’arresto il giovane, con “calci, schiaffi e pugni provocando una rovinosa caduta a terra con l’impatto al suolo della regione sacrale”. Le accuse di falso e calunnia oltreché a Francesco Tedesco sono contestate al maresciallo Roberto Mandolini comandante della stazione Appia, dove dopo l’arresto Cucchi fu portato, mentre la calunnia è stata contestata al carabinieri Vincenzo Nicolardi. (17/01/2017)
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