Sandokan con Antonio Catania
La seduzione dell’understatement

di Silvia Terribili

Se siete a Roma o a Milano e vi va di vedere uno spettacolo veramente bello non dovete perdervi Sandokan di Antonio Catania, con regia di Nello Correale e musiche di Peppe D’Argenzio. Il testo è tratto da Sandokan di Nanni Balestrini.
Dall’11 al 28 gennaio al Piccolo Ambra Jovinelli e poi a Milano tre settimane al teatro Out Off.
Ed ecco i dieci motivi per cui una serata con Catania è una serata spesa bene.

Sandokan ti dà la possibilità di riflettere sul fenomeno mafia senza essere didascalico, moralista, manicheo. Da questo punto di vista il monologo ha un valore politico, che si muove nel solco di quanto prescrive Ultimo, di cui oggi si parla molto nei giornali. Capire le ragioni della mafia, spiando, osservando, segnalando tutti i comportamenti della società onesta che si traducono nella risposta mafiosa. Come la denuncia, freschissima di Francesco Forgione, deputato di Rifondazione nello scorso Venerdì di Repubblica : » La camorra si sta specializzando nei mutui. Hai un lavoro precario e la banca non ti dà fiducia ? Ci pensa la criminalità organizzata : il tasso applicato non è da usura, ma di due-tre punti percentuali in più di quello applicato dalle banche. Questa non è letteratura, ma quanto dicono alcune inchieste » . Faremmo un grosso errore politico se trascurassimo queste gravi segnalazioni.

Sandokan è un pezzo coraggioso. Balestrini indica senza mezzi termini la correlazione e lo scambio di affari tra politici di alto livello e capi dei clan. Uno dei momenti più gustosi di tutto lo spettacolo è stata la scena del negoziato tra Craxi e Ernesto Bardellino, antagonista dei Cutoliani, scena che Catania ha evocato con incredibile scaltrezza attoriale e fortissimo senso dello humour. Il tutto dosato con estrema misura. Catania è un vero artista dell’understatement, è da questa sua capacità di essere molto misurato che nasce la seduzione della sua recitazione.

Sandokan ti racconta la nascita di alcuni « eroi » mafiosi, vista da un ragazzino che si trova a condividere lo stesso pulmino dei figli del boss, un giovanissimo protagonista al quale il padre vuole dare una possibilità di riscatto dalla barbarie e dall’inciviltà di un paese dell’entroterra campano. Un paese dove ogni forma di abbrutimento umano è all’ordine del giorno, l’ipocrisia sessuale regna sovrana, la ragazze devono arrivare vergini al matrimonio, altrimenti sono delle « zoccole » , i ragazzini più dolci vengono rimproverati di essere omosessuali e aggrediti sia psicologicamente che fisicamente, la scuola discrimina i figli di coloro che non contano.

Che cosa può svilupparsi in un contesto di questo tipo ? Il rifugio nella protezione della famiglia del clan, il disprezzo e la paura per tutto ciò che è il mondo esterno, la società, la convivenza civile. Questo spiega come è possibile che su sessantamila abitanti si contino cinquemila affiliati alle cosche, cifra che dovrebbe spaventare qualsiasi persona onesta.

Catania ci porta a riflettere su tutto il contesto mafioso camorristico non trascurando nessun elemento del mosaico, e segnalando la responsabilità fortissima della politica. Ma ci rendiamo conto dell’urgenza di ricordare ai cittadini che un grande statista come Craxi è stato uno dei grandi protagonisti di questa collusione tra legalità e illegalità ? Con che coraggio si valuta oggi la possibilità di dedicare una strada a un personaggio politico che si porta addosso questa responsabilità ?

Sandokan è bello perché è uno spettacolo completo, con due protagonisti Antonio Catania e Peppe D’Argenzio con le sue musiche e le sue improvvisazioni al sax. Un artista molto pregevole che dialoga e interagisce con l’attore senza soluzioni di continuità. Un duetto tra due protagonisti in cui si racconta, si suggerisce, si punge e ci si stimola a vicenda, come nella migliore tradizione del jazz. Il tutto fluisce con grande naturalezza, e questo grazie alla bravura degli artisti e al lavoro di regia eccellente di Nello Correale.

Sandokan è una piacevolissima lezione di teatro, da consigliare a tutti coloro che recitano o vogliono recitare, in cui si mostra al pubblico tutto quello che si può fare con il corpo e l’intelligenza e i contenuti umani dell’attore, con effetti speciali che nascono dal di dentro e non da artifici meccanicistici. Energia che scaturisce dallo studio, dall’esercizio sottile di questa meravigliosa arte, dal lavoro paziente di osservazione e sperimentazione.

Sandokan è uno spettacolo drammatico e divertente, ironico, a volte persino giocoso e provocatorio, un’ora e mezza circa spesa bene, tanto che io mi chiedo fortemente perché gli sia stato assegnato il Piccolo Ambra Jovinelli e non la sala grande e perché RAI 3 non lo proponga in televisione. Sono sicura che milioni di italiani lo apprezzerebbero e sarebbero grati alla TV pubblica se, ogni tanto, per sbaglio, programmasse questo tipo di spettacoli.

Vogliamo fare politica in maniera nuova e intelligente? E allora perché non ci rifacciamo allo spirito comunista tanto celebrato anche da Rossana Rossanda nel suo ultimo “La Ragazza del secolo scorso”, in cui si dice che il partito era “una grande quantità di uomini collegati dal rifiuto di questa società e da un progetto di cambiamento”? Perché non seguiamo oggi il suo pensiero quando dice che “bisogna togliersi dalla testa che arte e scienza si potevano utilizzare come leva di educazione proletaria, volgarizzandole a un gusto medio e rapidi risultati” e che “c’è una miseria interiore negli spossessati che non va lusingata”.

Non programmare spettacoli intelligenti come Sandokan è un modo per lusingare questa miseria interiore del popolo, quello che viene tenuto buono e sedato con veline e calciatori e tanto reality e spettacoli di quiz e di premi e altre irrilevanti amenità. Ma anche serie e serie televisive infinite noiose in cui la recitazione è appiattita e gli attori veri e capaci non vengono fuori. Il mio è un serio invito a tutti coloro che programmano stagioni teatrali e palinsesti televisivi. Per favore offrite al pubblico anche una fetta di spettacolo di questo tipo.

Sandokan non lusinga la miseria interiore, tutt’altro, ma ti entusiasma e ti dà la possibilità di riconoscerti in un personaggio vero, non i finti protagonisti banali e stereotipati che ti propina in continuazione la TV.

Sarebbe ora che i veri politici ispirati da una ideologia di sinistra la smettessero di occuparsi solo di difendere il proprio potere nelle oligarchie di partito, del non-problema del partito democratico che non interessa a nessuno tranne che a loro, e cominciassero a interessarsi della cultura delle masse, che loro hanno abbandonato a una televisione sempre più spregevole e villana. Ma anche il teatro intelligente dovrebbe essere rivalutato. Io sono sicura che Sandokan è molto più vicino alla cultura proletaria degli spettacoli popolari e delle noiosissime commedie brillanti di sapore televisivo che ormai infestano tutto.

Nel mio piccolo io ci sto provando. Organizzo delle piccole uscite all’estero per gli istituti di cultura interessati a programmare monologhi e letture di attori interessanti, che propongono testi non convenzionali.

E poi diciamolo pure, Catania ha una voce bellissima, fortemente sensuale con una vasta gamma di sfumature e registri e ascoltarlo è un vero piacere. Catania rappresenta un tema crudo con grande dolcezza, senza calcare i toni, senza moralismo, senza cavalcare la ragione e senza puntare il dito, con una grande umanità.

Catania è uno dei nostri migliori attori di cinema, teatro e TV, che ammiro molto e che ho scoperto grazie a un piccolo festival di nuovo cinema italiano, NICE, organizzato da due fantastiche ragazze cinefile Grazia Santini e Viviana Del Bianco che mi hanno fatto conoscere i suoi lavori più significativi nel cinema, dal magistrale ruolo da protagonista di In barca a vela contromano di Stefano Reali al godibilissimo procuratore di Ormai è fatta di Enzo Monteleone nonché da coprotagonista nel corale Ribelli per Caso di Vincenzo Terracciano. Conoscete questi film ? Se no, provate a cercarli, una vera boccata d’ossigeno e di intelligenza in questi tempi grami e spogliati soprattutto di contenuti.

Catania ha un grande talento che si rivela soprattutto nei suoi ruoli da protagonista in cui si concede con grande generosità.

Poter assistere a una sua prova di Sandokan a Roma, nei locali underground dell’Apollo 11 con pochi intimi è stato un grande privilegio, vi auguro di poter provare qualcosa di simile quando andrete a vedere Sandokan e spero ci porterete fratelli, figli e amici.

Politica e teatro, due grandi amori che vi auguro di riscoprire presto.

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