Convegno

Via Bartolomeo Romano 9 – Roma (zona Garbatella) – reception@donneinmusica.org
8 marzo ore 16.30

“Musica senza Frontiere – le voci inascoltate delle donne”
La filosofia tra parola e voce – un convegno di studio incentrato sulla mancanza di riconoscimento della creatività femminile

Presidenza:
Francesca Brezzi
Professore d Filosofia Morale, Università Roma Tre

Saluto:
Cecilia d’Elia, Presidente della Commissione delle Elette della Provincia di Roma
Mariella Gramaglia, Mariella Gramaglia, Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Roma
Gigliola Zecchi Balsamo, Consigliere Fondazione Adkins Chiti; Donne in Musica

Apertura dei Lavori:
Patricia Adkins Chiti
Presidente della Fondazione Adkins Chiti: Donne in Musica
“Musica senza Frontiere – le voci inascoltate delle donne”

Elio Matassi
Professore di Filosofia della Storia , Università Roma Tre
“La musica e le altre arti: un destino di discriminazione?”

Nella Anfuso
Presidente della Fondazione Centro Studi Rinascimento Musicale
“La voce inascoltata della donna nell’attuale moda del falsettista”

Candida Felici
Musicologa, Autrice del volume “Maria Rosa Coccia – Maestro Compositora Romana”
La presenza femminile nell’arte nell’età dei Lumi, tra antichi pregiudizi e nuove prospettive. Il caso emblematico di Maria Rosa Coccia, “maestra compositora romana”

Ksenija Stevanovic,
Musicologa, Editore della rivista musicale on-line Explicit-music, Belgrado, Serbia
“Opere Liriche di Compositrici – fenomeno del Ventunesimo secolo in Serbia”

Conclude:
Silvia Costa, Consigliere Fondazione Adkins Chiti; Donne in Musica

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La filosofia tra parola e voce

Il filosofo Hobbes dedicando la seconda edizione del Leviathan ad un altro (forse peggiore sovrano) indicò nella musica una delle arti da abolire nello Stato, come fonte di liberazione e di libertà, e purtroppo infiniti altri esempi si potrebbero addurre , da Platone alla filosofia moderna e contemporanea , nei quali la voce musicale si presenta con le caratteristiche di un rischio , di un pericolo nei cui confronti il discorso razionale si è difeso con la preminenza della parola, che diventa logos. E nel logos, come la storia del pensiero occidentale dimostra, la phoné è ridotta ad un ruolo ancillare, imprigionata in un sistema che subordina la sfera acustica a quella visiva, come giustamente afferma Adriana Cavarero in un libro dedicato proprio a riscoprire il valore dell’espressione vocale, A più voci.
E non è senza significato che nel cammino trionfante del logocentrismo non siano presenti le figure femminili , la donna è stata sempre senza parola nel dire ufficiale, ma non senza voce, si pensi al canto delle Sirene, canto soave, voce irresistibile che dà godimento, alla ninfa Eco, e poi alle grandi protagoniste del melodramma. Tante, troppe, sarebbero le autrici da ricordare che hanno reagito al silenzio e alle assenze con significati ristrutturati, aprendo campi linguistici risemantizzatti, ma altresì prassi etiche rinnovate; si è realizzata l’emersione di un continente da troppo tempo sommerso, continente o altopiano molto frastagliato, caratterizzato da tante regioni unite da affinità diversamente relazionate, ma riconducibile a quello che una studiosa americana Susan Moller Okin chiama “il prisma dell’appartenenza sessuale”.
Pluralità di voci, che nel canto, nella musica, nel ritmo si collegano ad un immaginario simbolico inedito, e questo dice il piacere, il godimento di un sentire, narra emozioni e passioni, esprime il vissuto di un io concreto e singolare in relazione con altri soggetti.

Francesca Brezzi
per la Stagione Concertistica:
“Diversità culturale, diversità musicale: Donne in Musica
ovvero la Musica senza Frontiere delle donne”

In molti luoghi del mondo le tradizioni orali di una nazione sono tramandate automaticamente di madre in figlia e la storia conferma che la trasmissione culturale dipende dalle donne, anche se non é codificata nei libri. Permettetemi di rammentare che il primo suono che un bimbo ode è la voce di sua madre; in molte civiltà la madre canta …………. Le donne diressero i primi gruppi musicali in Asia Minore come cantatrici sacre. Le nostre voci hanno accompagnato la semina, il raccolto, l’arrivo della Luna Nuova e il ritorno degli uomini dalla caccia. Abbiamo lasciato le nostre preghiere e testimonianze scritte incise in caratteri cuneiformi su steli di pietra e su rotoli di papiro tremila anni fa. Persino oggi, in nazioni estremamente diverse tra loro, vi sono musiciste riconosciute come “sciamano” capace di curare il corpo come lo spirito.
Nel 1995 la relazione dell’UNESCO sottolineava che lo studio del rapporto tra genere e cultura, come importante contributo per uno sviluppo sostenibile, fosse una priorità e che il genere, dal punto di vista sociale, più che sessuale, fosse uno dei temi più delicati nei periodi di trasformazione economica e culturale. Più specificatamente, le donne sono legate più strettamente a nozioni di diversità culturale e sono generalmente identificate come “vettori e (elementi) significanti della propria cultura”. Potenti forze – politiche e economiche – contrastano la crescita della diversità culturale, mirando a imporre l’uniformità. Lo status di donne musiciste e compositrici é costantemente in difficoltà. La consapevolezza dei cambiamenti epocali che hanno coinvolto le donne, in tutto il mondo, non si é trasformata in livelli corrispondenti di partecipazione nella vita pubblica o nel riconoscimento che la partecipazione civica, e civile, delle donne merita.
“ControCanto – Musica senza Frontiere” è un viaggio nel tempo in mezzo tra culture musicali femminili. Ascolteremo la musica dell’antico mondo mediterraneo – greca, zoroastriana, persiana, curda, azzera, italiana – senza contare i bagliori poetici e lirici del mondo arabo fino all’odierna ricerca multimediale tra musica e danza incentrata sulle radici etniche dei diversi paesi. Tangibile é il termine che si applica alle cose che possono essere percepite dai sensi della vista e del tatto. Intangibile é il termine che si applica a tutto ciò che é spirituale, al suono della musica che ci avvolge e passa oltre di noi. Una melodia non ha forma materiale ma rimane nei nostri cuori e nelle nostre menti. La musica non conosce barriere: vive attraverso le generazioni e va dove desidera. Il mondo e l’umanità sarebbero più poveri senza il contributo delle donne sia per le cose tangibili sia intangibili: e questo comprende anche la nostra musica – Musica senza Frontiere!

Patricia Adkins Chiti – Presidente Fondazione Adkins Chiti: Donne in Musica

 

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