Dai terremoti che Dio ci aiuti? A seguito delle dirette televisive dai luoghi di macerie, disperazione e morte Rai1 da un paio di giorni trasmette la fiction ambientata in un convento di suore “Che Dio ci aiuti”. Ma più che le preghiere a questo nostro Paese serve una classe politica e una società civile che accetti di fare prevenzione sismica. Come ripete da anni l’architetto Aldo Loris Rossi, docente di Progettazione Architettonica alla Facoltà di Architettura dell’Università di Napoli, bisogna rottamare quella che definisce la spazzatura edilizia post-bellica, senza qualità, interesse storico ed efficienza antisismica, un’azione enorme che riguarderebbe almeno 40mila vani costruiti tra il 1945 e il 1975.
E aggiunge che lo Stato riuscirebbe addirittura a risparmiare, se si decidesse di ricostruire tutto secondo criteri come quelli usati in Giappone, piuttosto che cercare di rimediare dopo ogni disastro e terremoto. I costi dei terremoti e dei disastri ambientali tra il 1968 e il 2003 si aggirano intorno ai 146 miliardi di euro.
L’Italia ha il 44 per cento del territorio in condizioni di elevato rischio sismico. Significa il 36 per cento dei comuni italiani, oltre 21 milioni di persone. Ricostruzione e prevenzione. In Italia chi è capace di prendere una simile decisione? Preghiamo? (25 agosto 2016, Maria Grazia Lucchiari, consulente Aduc)
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