«Già nel 1639 in quest’area è stato registrato un sisma “gemello” al terremoto verificatosi questa notte». È il sismologo dell’Ingv Andrea Tertulliani a spiegarlo. In quell’anno, riferisce, «furono registrate scosse della stessa entità, a dimostrazione che stiamo parlando di una zona ad altissimo rischio sismico» aggiunge il primo ricercatore dell’Istituto Nazionale di geofisica e Vulcanologia.
Ma quello del ‘600 non è l’unico terremoto che ha sconvolto nei secoli passati quest’area del Centro Italia. «Anche nel 1703 -ricorda Tertulliani- ci fu una sequenza sismica molto intensa e che coinvolse un’area estesa nel territorio di Norcia», molto simile a alla scossa che ha stravolto questa notte un’area fra il Lazio, l’Umbria e le Marche. «Il terremoto di questa notte, ribadisco, è avvenuto in un’area considerata ad altissimo rischio sismico, un’area dove i terremoti si ripetono con frequenza» evidenzia ancora il sismologo.
Più di recente, «voglio ricordare il terremoto che ha colpito l’Umbria nel 1997» aggiunge ancora Tertulliani riferendosi al sisma che ha colpito Umbria e Marche nel 1997, un forte sisma che interessò parte delle due regioni dell’Italia centrale nel settembre-ottobre 1997 e nel marzo 1998, con una magnitudo di 6,1. Senza dimenticare, prosegue ancora il sismologo dell’Ingv, il terribile terremoto de L’Aquila del 2009, un sisma che fu anticipato da una serie di eventi sismici, iniziati nel dicembre 2008, con epicentri nell’intera area della città, della conca aquilana e di parte della provincia dell’Aquila. La scossa principale, verificatasi il 6 aprile 2009 alle ore 3.32, ha avuto una magnitudo pari a 6,3. (Mercoledì 24 Agosto 2016).
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