Martedì 8 marzo 2011 ore 21,00
Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento, Firenze
“Donne di sabbia”
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.
E’ gradita la prenotazione (055.2768027, [email protected])
Gli omicidi di donne a Ciudad Juárez e Chihuahua in Messico, continuano.
Sono già più di 900 le donne assassinate e più di 1000 quelle scomparse dal 1993.
Il clima di violenza e impunità continua a crescere senza che al momento
siano state compiute azioni concrete per mettere fine a questa situazione.
Spettacolo / testimonianza / denuncia con testi di
Antonio Cerezo Contreras, Denise Dresser, Malú García Andrade,
María Hope, Eugenia Muñoz, Marisela Ortiz e Juan Ríos
Drammaturgia: Humberto Robles
Traduzione e coordinamento: Monica Livoni Larco
in scena
Giuliana Bevilacqua, Adelaide Colher Pereira, Oriana Fruscoloni
Monica Livoni Larco, Anna Ottone, Patrizia Papandrea
Suoni
Gianfranco Mulas
Collaborazione artistica
Roberta Remedi
Attrezzeria
Michele Papandrea
Iniziative del comune di Torino e di altri comuni per Ciudad Juarez
http://www.comune.torino.it/nonunadipiu/
Il gruppo teatrale Donne di Sabbia, insieme a “Nuestras hijas de Regreso a Casa”, si fa portavoce di una lotta contro l’impunità dei responsabili e contro l’omertà, fenomeni incontrastati che avvengono a Ciudad Juarez e che si stanno estendendo pericolosamente ad altre città del Messico:
“Vogliamo dare eco a quelle voci fatte tacere con la violenza, con la forza”.
Dal 1993 a Ciudad Juárez, città di frontiera tra Messico e Stati Uniti, oltre 900 donne, adolescenti e bambine, sono state assassinate secondo lo stesso rituale: rapimento, tortura, sevizie sessuali, mutilazioni, strangolamento.
Inoltre, sono più di 1000 i casi di donne scomparse e non ritrovate a Ciudad Juarez e nella regione di Chihuahua.
Noto come “femminicidio” questo fenomeno è diventato la più vergognosa violazione dei diritti umani nella storia del Messico degli ultimi anni. Il clima di impunità continua a crescere senza che al momento siano state compiute azioni concrete per mettere fine a questa situazione e mentre le autorità messicane occultano la gravità dei fatti, nuovi corpi straziati di donne vengono ritrovati ad un ritmo crescente. Nell’occhio del ciclone per la sua negligenza ed incompetenza, la polizia messicana ha cercato di placare le proteste dell’opinione pubblica trovando dei capri espiatori, persone che hanno confessato la loro colpevolezza sotto tortura. Non solo la polizia non è riuscita a fermare il “femminicidio”, ma si è anche resa colpevole di questi gravi abusi.
“Donne di Sabbia” è uno spettacolo/testimonianza/denuncia sul femminicidio di Ciudad Juarez creato e messo in scena con lo scopo di divulgare la terribile realtà che si verifica da 17 anni in questa zona di frontiera.
L’opera, del drammaturgo e regista teatrale Humberto Robles, viene redatta in lingua spagnola e presentata inizialmente in Messico, Cile e Argentina.
Il testo nasce da una raccolta di testimonianze dirette dei parenti delle vittime che vengono riprodotte sul palco attraverso un’alternanza
di voci, di denunce, di sofferenze.
Da marzo 2006 lo spettacolo viene presentato anche in Italia, diventando un modo concreto per sensibilizzare il pubblico verso un fenomeno poco conosciuto, il cui nemico peggiore è il silenzio.
Il gruppo teatrale non percepisce alcun guadagno ma offre il proprio spettacolo con la sola intenzione di far conoscere al maggior numero di persone il terribile fenomeno del femminicidio.
Rappresentare lo spettacolo senza fini di lucro è un imperativo morale che “Donne di Sabbia” si è imposto: ogni eventuale offerta è devoluta all’associazione “Nuestras hijas de Regreso a Casa”, organizzazione messicana dei parenti delle vittime che lotta contro l’impunità e che dà un sostegno concreto agli orfani del femminicidio, “Nuestras hijas de Regreso a Casa” è presieduta da Marisela Ortiz Rivera, che ha ottenuto diversi riconoscimenti fra cui il Giglio d’oro della Città di Firenze e la cittadinanza onoraria di Torino.
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