teu - TEULADA, 
 DISASTRO AMBIENTALE SENZA FINE IN UNA LOCALITA' DI RARA BELLEZZA

La magistratura indaga, gli abitanti si organizzano in comitati, il M5S ha chiesto in Senato un intervento del governo per salvaguardare l’ambiente e la popolazione dell’area. La strage è sconfinata a Teulada, nella costa del Sud della Sardegna. Denunciata da molti anni, per lo più ignorata da chi ha le leve del potere in una materia così rilevante per il territorio e la salute pubblica, recentemente è diventata visibile grazie alla fuga da cassetti blindati dell’indagine anamnestica dei veterinari delle ASL e al suo approdo in internet e nei PC di alcuni giornalisti.
Fino ad ora c’è stato poca consapevolezza dei danni ingenti all’ambiente alla sopravvivenza dei cittadini locali. Si tratta di un eden sconvolto da inquietanti presenze aliene: quelle dei radar sulle cime dei rilievi, delle esplosioni che mandano veleni nell’aria, dell’inquinamento nel tratto di mare adiacente, che comunque è inibito ai pescatori.
Il Pisq (Poligono missilistico sperimentale Interforze Salto di Quirra), si estende per 130 kmq nel territorio. La zona di mare è sottoposta a servitù militare per 28.400 kmq. ll 65% del personale, impegnato nell’allevamento degli animali entro il raggio di 2,7 km dalla Base militare di Capo San Lorenzo, risulta colpito da gravi patologie tumorali. La Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio plurimo con dolo, violazioni ambientali, omissione di atti d’ufficio per mancati controlli, uso e detenzione illegale di armi da guerra. Ha individuato e sequestrato due discariche abusive di materiale bellico; ha acquisito i dossier fotografici dei sub che documentano lo scempio del mare; su segnalazione di due ex militari ha trovato nei magazzini del Pisq dieci casse ad alta radioattività depositate in totale violazione delle norme di legge, dei regolamenti militari e delle procedure Nato.
Il Procuratore, ha sequestrato il poligono pattumiera radioattiva, ed acquisito la documentazione delle attività di forze armate e clienti del Pisq fino ad ora protetti dal doppio segreto militare e industriale. Un tabù è caduto. Il comitato “Gettiamo le basi” ha ora maggiori possibilità di farsi ascoltare attraverso i Social Network. Il percorso è comunque difficile ed in salita. Il Governo ha il dovere fare scelte di vero sostegno al dramma degli abitanti, pianificare la bonifica, far cessare le attività inquinanti.

(1.03.14, Wanda Montanelli )

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 DISASTRO AMBIENTALE SENZA FINE IN UNA LOCALITA' DI RARA BELLEZZA
Mariella Cao, portavoce del comitato
“Gettiamo le basi” ha un gruppo Facebook:
https://www.facebook.com/groups/vladcteq/

Le richieste del comitato
«Chiediamo al Rappresentante del Governo di attivarsi per il ritiro dell’Avvocatura di Stato nel processo di Lanusei allo scopo di far cessare la sconcezza di uno Stato assente come parte lesa dal disastro ambientale e sanitario compiuto nel PISQ e oscenamente presente a difesa degli incriminati», sostiene il comitato Gettiamo Le Basi, «ma anche di contrastare la scelta di scaricare sulla Sardegna le armi chimiche della Siria e di evitare che l’Italia si prenda il bidone degli F35, difettosi, costosissimi e inefficienti e per di più da testare e addestrare nella nostra isola». Il comitato chiede inoltre «alle forze politiche di dire se e come intendono contrastare lo sbarco delle armi chimiche siriane, l’acquisto e la calata degli F35, il piano gattopardesco messo a punto da Nato e ministro della Difesa, avvallato dal Parlamento, propagandato come “Progetto Riqualificazione Salto di Quirra”, mirato a potenziare il ruolo militare del PISQ e dell’intera Sardegna con conseguente condanna del suo popolo a mettere al mondo bimbi deformi ed estinguersi per “sindrome Golfo-Balcani-Quirra-Teulada-Capo Frasca-La Maddalena”: il Governo – conclude Gettiamo Le Basi – assuma le sue responsabilità, assolva l’obbligo di porre fine e riparo al disastro ambientale e alla strage di Stato provocata dalle devastanti attività militari».

Questi i riferimenti per ulteriori informazioni: Comitato sardo Gettiamo le Basi, tel 3467059885; Famiglie militari uccisi da tumore, tel 3341421838 Comitato Amparu (Teulada) 3497851259; Comitato Su Sentidu (Decimo) 3334839824

l’Espresso – Quirra, il poligono della morte – YouTube

Disastro ambientale in Sardegna

“Il suo paesaggio da cartolina attira i turisti più fortunati. Le stelle del jet set vengono a bagnare gli yacht lungo le sue coste paradisiache. Ma la Sardegna nasconde una realtà davvero triste.
Sui bordi incantati del Mediterraneo, dietro la cortina invisibile delle radiazioni nucleari emesse dopo l’utilizzo di armi all’uranio, c’è un immenso paesaggio desolato, pieno di segreti maligni. Piantiamo lo scenario. È in Sardegna. Un territorio della superficie pari a 35.000 ettari è stato affittato alle installazioni militari. Sull’isola si trovano poligoni di tiro (Perdasdefogu), tratti di mare per le esercitazioni (capo Teulada), poligoni per le esercitazioni aeree (capo Frasca), aeroporti militari (Decimomannu) e depositi di carburante (nel cuore di Cagliari, alimentati da una conduttura che attraversa la città), senza contare le varie caserme e sedi di comando militare (Aeronautica, Marina). Si tratta di infrastrutture delle forze armate italiane e della NATO.
Alcune cifre: il poligono di Salto di Quirra – Perdasdefogu (Sardegna orientale) di 12.700 ettari e il poligono di Teulada di 7.200 ettari sono i due poligoni italiani più estesi, mentre il poligono NATO di Capo Frasca (costa occidentale) è pari a 1.400 ettari. A questi si devono aggiungere l’ex base NATO sull’isola della Maddalena, per sempre inquinata. Durante le esercitazioni militari, viene vietata la navigazione e la pesca su una superficie marina superiore ai 20.000 chilometri quadrati, una superficie quasi uguale a quella della Sardegna.
Che cosa si scopre? La valle di Quirra, una delle zone più belle e ancora selvagge della Sardegna, è stata trasformata in una cassaforte di veleni a cielo aperto. Nel corso degli anni si è messo il coperchio sulla pentola delle “polveri di guerra” che ha decimato un numero di abitanti e di militari che vivevano e lavoravano nel poligono e nei villaggi limitrofi. Ma adesso, grazie a un Procuratore, Domenico Fiordalisi, che è determinato a dare voce alle lamentele delle numerose vittime, la verità comincia a venire alla superficie. I “segreti” vengono alla fine portati alla luce della giustizia.
Con l’accusa di “disastro ambientale”, tre generali che sono stati al comando del poligono di Quirra, due tecnici e un ricercatore universitario sono accusati dal procuratore che sta indagando, da parecchi mesi, sui decessi per cancro di parecchi abitanti della zona di Quirra e sulle delle malformazioni dei neonati e del bestiame. Ci possiamo aspettare altri capi di accusa, visto il disastro ambientale e umano che, da anni, colpisce la Sardegna.”

http://www.nocensura.com

Poligono di Teulada. Cotti (M5S): “Il governo riferisca su Torio 232”

del 10/01/2014
di Redazione Sardegna Live

Il senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Cotti ha chiesto un intervento del governo per salvaguardare l’ambiente e la popolazione nell’area di Teulada dopo le rivelazioni sulla presenza di Torio 232 nel poligono militare.
Facendo riferimento a un articolo apparso ieri sul quotidiano La Nuova Sardegna, in merito ai primi risultati dell’inchiesta condotta dalla procura di Cagliari, che indaga per disastro ambientale, il parlamentare chiede ai ministri di Difesa, Ambiente e Salute di “chiarire quali iniziative di loro competenza siano state assunte negli ultimi cinque anni per evitare i rischi di inquinamento”.

http://www.arrexini.info

Roma. Interrogazione a risposta orale in Aula su Poligono Teulada
Scritto il 10/01/2014 da sardegnareporter

COTTI – Ai Ministri della difesa, dell’ambiente, tutela del territorio e del mare, e della salute –

Premesso che:
nella punta più estrema del sud Sardegna, nel comune di Teulada, è operativo fin dal 1957 un Poligono militare permanente per esercitazioni terra-aria-mare affidato all’Esercito e messo a disposizione della NATO (North Atlantic Treaty Organization);

il Poligono risulta essere il secondo in Italia per estensione, con 7.200 ettari di aree cui si sommano i 75.000 ettari delle zone di restrizione dello spazio aereo e le zone interdette alla navigazione e che tali aree sono normalmente impiegate per le esercitazioni di tiro contro costa e tiro terra-mare, precludendo inoltre uno specchio d’acqua di circa 450 kmq alla navigazione e alla pesca, con simulazioni d’interventi operativi e la sperimentazione di nuovi armamenti;

per quanto noto alle cronache nazionali, anche il Poligono di Teulada è stato al centro del dibattito per le problematiche connesse al suo impatto sociosanitario ed economico sulla popolazione;

è accertato che l’esercito italiano ha utilizzato durante le esercitazioni a Teulada missili Milan contenenti uranio impoverito, missili i cui resti si trovano in grande quantità nei fondali, che nel 2005 uno studio effettuato dal CNR (Consiglio Nazionale della Ricerca) ha definito irrimediabilmente compromessi;

considerato che:

in data 9 gennaio 2014 il quotidiano La Nuova Sardegna, del Gruppo l’Espresso, ha dato notizia dei primi risultati emersi nel corso dell’inchiesta condotta dal pm Emanuele Secci sull’inquinamento nel basso Sulcis, sulla base di una ipotesi di disastro ambientale;

in base a tali risultanze sarebbero state riscontrate nell’area del Poligono militare di Teulada percentuali di Torio 232 superiori da dieci a venti volte rispetto a quelle presenti normalmente nell’ambiente naturale;

il quotidiano La Nuova Sardegna scrive: “Per adesso la certezza in mano al magistrato è che i cittadini di Teulada hanno respirato per anni e forse respirano ancora il pericolosissimo metallo diffuso dai missili Milan di fabbricazione italiana”;

la pericolosità per la salute del Torio 232 è un fatto accertato e riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale;

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione esposta in premessa e se non ritengano opportuno accertare, nell’ambito delle proprie competenze, i fatti e le responsabilità connesse;

se siano a conoscenza dell’altissimo livello di rischio che le popolazioni e il territorio corrono nel caso di contaminazione degli stessi;

di quali eventuali e ulteriori notizie dispongano, per quanto di propria competenza, circa i fatti descritti;

se intendano chiarire quali iniziative di loro competenza siano state assunte negli ultimi 5 anni per evitare i rischi di inquinamento per le popolazioni e il territorio;

quali provvedimenti e azioni intendano avviare nell’immediato a tutela della salute e dell’ambiente, non esclusa l’azione di messa in sicurezza dell’area e delle popolazioni;

se in sede di autotutela intendano o meno sospendere all’interno del Poligono militare di Teulada ogni attività che possa minare ulteriormente il già compromesso stato di degrado delle aree, avviando in particolare specifiche indagini epidemiologiche volte ad accertare i danni sanitari collegati all’inquinamento dei luoghi e miranti a verificare se sussista un preciso ed inequivocabile nesso di causa-effetto con la presenza del Poligono militare, ovvero se intendano promuovere uno screening sulla popolazione, commissionando studi e ricerche a soggetti super partes di indiscussa autorità;

di quali dati dispongano in relazione alla situazione di acque sotterranee, sorgenti e falde acquifere, nonché delle acque superficiali, dei corsi d’acqua e degli invasi naturali o artificiali della zona.

www.sardegnareporter.it

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