Il miliardario è intervenuto alla XVI conferenza internazionale

Toronto, 14 ago (Ap) – Le donne sono la chiave per fermare la pandemia dell’Aids nel mondo. Occorre “dare alle donne il potere di bloccare il virus dell’Aids”, fornendo loro i medicinali utili per proteggersi dal virus ed evitare così la sua diffusione. E’ quanto ha dichiarato il miliardario americano Bill Gates nel suo intervento alla XVI Conferenza mondiale sull’Aids, apertasi ieri a Toronto e in programma fino al prossimo 18 agosto, che vede riuniti oltre 24.000 specialisti, attivisti, operatori sanitari e celebrità provenienti da 132 paesi.
La Fondazione Bill & Melinda Gates ha versato dal 1995 a oggi 1,9 miliardi di dollari (1,5 miliardi di euro) per la ricerca di un vaccino contro il virus dell’Hiv/Aids, e la scorsa settimana ha annunciato un finanziamento di 500 milioni di dollari (391 milioni di euro) al Fondo globale della lotta contro l’Aids, la tubercolosi e la malaria. Da Toronto, il fondatore della Microsoft ha chiesto “di accelerare quello che speriamo possa essere il prossimo grande passo avanti nella lotta contro l’Aids: la scoperta di microbiocidi o di medicinali di prevenzione orale che possano bloccare la trasmissione dell’Hiv. Questo potrebbe rappresentare un punto di svolta nella lotta all’epidemia e noi dobbiamo farne una priorità urgente”.
Quindi l’appello a sostenere le donne: “Abbiamo bisogno di strumenti che consentano alle donne di proteggersi, che si tratti di madri di famiglia con figli piccoli o di prostitute che cercano di guidagnarsi da vivere in un quartiere malfamato. Non importa dove viva, chi sia o cosa faccia, una donna non deve mai mai avere bisogno del permesso del suo partner per salvarsi la vita”. I microbiocidi sono gel o creme che le donne potrebbero usare per evitare infezioni e malattie. Al momento ne sono allo studio 16, tra cui cinque in fase avanzata.
Melinda e Bill Gates hanno quindi condannato “la crudele vergogna” riservata alla donne sieropositive in alcune zone del mondo, portando ad esempio la situazione trovata in un centro per l’Aids nel sud dell’India, a cui hanno fatto visita lo scorso dicembre. Agli uomini era infatti riservata un’area aperta al pubblico e piena di fiori, mentre “la zona delle donne era un luogo isolato e desolato”, ha raccontato Melinda. “Non c’erano visitatori, solo donne deperite dall’Aids. Non c’era amore, calore, conforto. Solo mogli, figli e madri, lasciate sole a morire”, ha aggiunto.
La 16esima conferenza internazionale sull’Aids si è aperta quest’anno con un bilancio positivo: la mobilitazione contro la sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) ha permesso di stabilizzare l’epidemia, a 25 anni dall’individuazione dei primi casi nella comunità omosessuale negli Stati Uniti, ma permangono appunto disparità di trattamento a seconda delle aree geografiche e comportamenti discriminatori che favoriscono la diffusione dell’Aids nei gruppi più vulnerabili, come donne, omosessuali, professionisti del sesso, consumatori di droghe iniettabili, profughi e detenuti. Alla fine del 2005 sono state registrate circa 38,6 milioni di persone infette dal virus Hiv, stando ai dati dell’Agenzia dell’Onu che coordina la lotta contro la malattia (OnuAids).
Lo scorso anno, 4,1 milioni di esseri umani hanno contratto il virus. Il dato indica un livello costante di nuovi casi, dopo il culmine di contagi raggiunto alla fine degli anni 1990, ma l’agenzia Onu ha sottolineato che occorre rafforzare “in maniera significativa” la risposta alla malattia, altrimenti “i paesi il cui sviluppo è già debole continueranno a indebolirsi a causa dell’Aids, minacciando la stabilità sociale”. Se l’epidemia continua a diffondersi al ritmo attuale, ha aggiunto Melinda Gates, “diventerà impossibile, tra cinque o dieci anni, fare ciò che la morale impone: curare ogni persona infettata dall’Hiv. Dobbiamo lavorare di più sulla prevenzione”.

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