Già dal 1956 le donne tunisine godevano di diritti molto avanzati, superiori ai nostri e di gran parte del mondo occidentale. Quando in Italia esistevano retaggi medievali nel diritto di famiglia e coraggiosamente, negli anni sessanta, Franca Viola stabiliva il diritto all’autodeterminazione delle donne rifiutando il matrimonio riparatore, in Tunisia l’emancipazione femminile, grazie al governo Bourghiba, era evoluta e moderna. Poi si è registrata una regressione con una legislazione fortemente influenzata dal diritto islamico. Nell’Islam infatti la questione ereditaria rappresenta una sorta di tabù, poiché nel Corano è scritto fra l’altro che alle donne spetta la metà dell’eredità rispetto all’erede maschio. Adesso con la Costituzione, approvata trasversalmente nel 2014, si è data una svolta all’emancipazione femminile, e grazie alle convinzioni dell’attuale presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, si riconquistano i diritti alla parità di genere. (w.m.)
Il presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, si è schierato pubblicamente a favore di una legge che sancisca l’uguaglianza di genere nel diritto all’eredità. La notizia nel giorno in cui la Tunisia celebra la festa nazionale delle donne. La proposta, ha spiegato Essebsi, sarà presentata ai deputati dopo la fine della pausa parlamentare a ottobre. La legge tunisina attuale, come quella di altri Paesi a maggioranza musulmana, prevede che gli eredi maschi ricevano il doppio rispetto alle femmine con stesso grado di parentela. “Ribalteremo questa situazione e faremo dell’eguaglianza la regola”, ha detto il fondatore del partito Nidaa Tounes.
Video: Tunisia, Essebsi: “Sì alla parità di genere nel diritto all’eredità”
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