Un esposto del tribunale distrettuale di Basfra ha portato all’attenzione della Corte Costituzionale turca il problema della penalizzazione per i rapporti sessuali con i minori (di età compresa tra i 12 ed i 15 anni) consenzienti. Nell’esposto si poteva leggere che la legge non fa distinzione tra rapporti consenzienti e gli abusi causando uno squilibrio eccessivo della pena. La corte costituzionale si è espressa in questi giorni sull’annosa questione deliberando in favore dell’esposto ed adducendo come motivazione un iniqua proporzione tra il reato e la pena.
Cosa significa che c’è un iniqua proporzione tra il reato e la pena? Nella sentenza della Corte Costituzionale si legge che l’annullamento della legge vigente si è reso necessario per motivazioni tecniche, dove per motivazioni tecniche si intende la mancanza di gradualità nella pena: la legge in vigore non presenta alcuna differenza tra la pena per un atto sessuale con un minore consenziente e quella per un vero abuso sessuale su minore (questa regolamentazione si basava sul principio che un minore di 15 anni non è in grado di capire l’importanza dell’atto sessuale rivolto nei suoi confronti), oltre a presentare l’assenza totale di una depenalizzazione.
Questa decisione prevede dunque l’annullamento della legge vigente entro il 13 gennaio del 2017 in modo tale da permettere al parlamento di studiare una legge più equa. In seguito a questa delibera le polemiche hanno investito gli organi istituzionali del paese turco ed hanno fatto inferocire diversi rappresentanti dei vari paesi dell’Unione Europea che considerano questa decisione uno scandalo. Di fatto questa legge permetterà agli uomini di approfittarsi di soggetti non ancora in grado di prendere decisioni così importanti lasciando impuniti molti abusi sessuali. In molti hanno fatto notare come questa sentenza vada contro ai trattati internazionali firmati dalla Turchia nei quali si afferma che la Corte di Ginevra considera i minori di 18 anni alla stregua di bambini.
Sull’argomento si è espresso anche il presidente dell’Associazione contro gli abusi su bambini, Bahar Gokle, affermando che: “Chiedere il consenso del bambino in caso di abuso sessuale non ha senso”. Siamo di fronte ad un non senso legale che allontana ancora di più la Turchia dall’ingresso nell’Unione Europea, della quale non rispecchia alcun tipo di principio ne di diritto.
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