da http://controviolenzadonne.freewordpress.it/
(clicca sui collgamenti)
Tutte a Roma il 24 novembre 2007!
Prima causa di morte per le donne nel mondo
L’Udi parteciperà alla manifestazione con i suoi simboli, striscioni e slogan: le donne che vogliono unirsi a noi ci troveranno in Sede alle ore 12 e poi in Piazza della Repubblica dove si formerà il corteo.
Allego il nostro volantino,
a presto PN
Dal Sito della Manifestazione www.controviolenzadonne.org: Manifestazione di donne per le donne. Si invitano tutte le realtà ad accogliere questa decisione dell’assemblea nazionale di organizzare una manifestazione di sole donne.
Il Corteo partirà alle ore 14:00 da Piazza della Repubblica lungo il seguente percorso:
VIA EINAUDI
PIAZZA DEI CINQUECENTO
VIA CAVOUR
LARGO RICCI
VIA DEI FORI IMPERIALI
PIAZZA VENEZIA
VIA DELLE BOTTEGHE OSCURE
LARGO DI TORRE ARGENTINA
CORSO VITTORIO EMANUELE
VIA DELLA CUCCAGNA
PIAZZA NAVONA
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UDI NAZIONALE
(volantino)
Roma 24 Novembre 2007 manifestazione nazionale contro la violenza alle donne
Quando stai con me ti picchio
Se mi lasci ti ammazzo.
È il possibile riassunto di tanti fatti di cronaca
I casi di femminicidio aumentano anche in “qualità”. La mancata applicazione della normativa attuale coincide con la tolleranza “socialmente condivisa” di questo reato.
Le emergenze sulla criminalità organizzata, incluse quelle sulla delinquenza negli stadi, convincono istituzioni e ministeri a farsi carico di investimenti e immediati provvedimenti, segnalando un interesse collettivo alla salvaguardia dei cittadini.
Nessuno sente di dover mostrare una corrispondente assunzione di responsabilità verso donne invalidate, uccise, tenute in regime di non libertà.
Questo è un fallimento della politica di fronte all’imbarbarimento delle relazioni tra persone, ma soprattutto tra donne e uomini.
Anzi, proprio sulla salvaguardia femminile, Stato e Chiesa giocano un nuovo patto di convivenza tra dimensione pubblica e dominio religioso.
Il vero oggetto del contendere nella discussione sulla laicità è la libertà femminile.
Basta pensare alle esortazioni a trasgredire l’applicazione della legge sulla contraccezione e la interruzione di gravidanza, la condanna pubblica delle libertà su scelte sessuali e maternità.
Viviamo in un sistema fondato saldamente sull’esclusione decisionale e politica delle donne.
Ma questo non ci fa desistere dalla denuncia di fronte al pericolo attuale corso da donne, bambine e bambini. Purtroppo, si tratta di un pericolo reale che risponde a commerci, vantaggi e scambi politici che apparentemente tutti sostengono di condannare.
E si arriva invece a non percepire neanche come “visibile” una tragedia che viene riconosciuta nei luoghi di guerra o di “sfruttamento” delle multinazionali.
Eppure, è proprio il femminismo che ha insegnato a tutte a leggere la condizione delle donne in qualsiasi luogo a partire dal proprio. Un movimento delle donne che sottolinea la centralità del contrasto alle violenze non ha bisogno di ulteriori passi nel mobilitarsi contro tutte le guerre e contro tutte le strategie di potenza.
La credibilità del messaggio “sul governo delle cose” elaborato dalle donne merita di ritornare alla sua dignità.
Contrastare la violenza e il femminicidio è un obiettivo immediato.
Ma è anche un metodo politico
perché qualifica la proposta “della convivenza pacifica tra generi”.
La forza di tutte è il coraggio di una udinazionale@tin.it www.50e50.it
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UDI – Unione Donne in Italia
Violenza: 24 novembre Manifestazione nazionale
Una manifestazione contro la violenza che i maschi esercitano sulle donne – e i bambini – tocca le viscere.
E chiama prepotentemente ciascuna di noi ad esporsi, di conseguenza, a prendere posizione.
Abbiamo aderito rispondendo, prima di tutto, alle donne che l’hanno indetta, confidando sulla loro esperienza perché fosse garantita alle donne la titolarità dell’iniziativa.
Il 24 novembre noi dell’UDI manifesteremo per dire pubblicamente che non sopportiamo più questo mondo conformato dai maschi a loro misura, violenza compresa.
E quel giorno sarebbe un segno di pacificazione se gli uomini che criticano l’ordine patriarcale, facessero un passo indietro e lasciassero ad altre la responsabilità della presenza e dell’autorappresentazione.
Manifestare contemporaneamente non significa mai esporsi alla pari, noi lo sappiamo.
Mescolarsi alle donne, farsi accogliere, significa chiedere ai nostri corpi tutela, fornendo ad alcuni uomini l’agio di parlare contro altri uomini.
Con ciò si occulta il dato più importante rinviando all’infinito la sua discussione: ciascun uomo partecipa del simbolico che nutre la violenza sessuata, il femminicidio e i maltrattamenti.
Noi sappiamo che per cambiare veramente la realtà non servono nuovi strumenti legislativi, ma si deve intaccare quel simbolico fin dalle sue fondamenta.
Sono altri i gesti necessari per stabilire un dialogo reale tra i generi.
Occorrono intanto gesti di risarcimento consapevoli del danno che ognuna di noi subisce per il solo fatto di essere una donna.
E devono essere fatti verso le donne e verso gli uomini.
E non possono essere gli stessi.
Occorre esporsi dove è forte e prepotente il simbolico, perché solo lì avrebbe un significato farlo: pensiamo ai luoghi della quotidianità dove il loro corpo gli permette di confondersi mettendoli al riparo dalle aggressioni dei loro simili e pensiamo ai clienti delle prostitute che sono anche i loro padri, i fratelli, gli amici…
Sarebbe liberatorio per tutte e per tutti se alcuni uomini dichiarassero un autentico separatismo e trovassero delle forme politiche originali che, senza mimare il femminismo, segnassero l’inizio di un nuovo discorso.
Il separatismo declinato al maschile sarebbe una bella scommessa in un mondo in cui gli uomini parlano da sempre tra loro attraverso il corpo delle donne.
Sarebbe interessante vedere cosa metterebbero tra sé e il mondo.
UDI Sede Nazionale,
via dell’Arco di Parma 15, 00186 Roma tel 06 686588 udinazionale@tin.it www.50e50.it
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