Roma, 24 aprile – Settimana dedicata a Wolfgang Amadeus Mozart per i concerti dell’Accademia di Santa Cecilia in programma presso l’Auditorium Parco della Musica. Si comincia questa sera con Uto Ughi, che propone l’integrale dei concerti per violino. Da sabato 27 a martedì 30, invece, per la stagione sinfonica Fabio Biondi e Benedetto Lupo affrontano un viaggio attraverso i vari generi musicali scritti dal genio di Salisburgo.
Mercoledì 24 aprile è la prima delle due serate in cui Uto Ughi, alle 20.30, esegue l’integrale dei concerti per violino mozartiani, accompagnato dall’Orchestra di Santa Cecilia; l’altra sarà il 25 maggio. In questo appuntamento si possono ascoltare il n.2 k 211 e il più celebre n.3 k 216, entrambi composti nel 1775, insieme al n.7 k 271. Riguardo a quest’ultimo esistono dubbi sulla completa attribuzione a Mozart di tutte le parti. Gli esperti ritengono, infatti, che la copia del manoscritto originale, oggi perduto, vergata da un violinista dell’800, contenga certamente musica di Mozart, ma anche novità stilistiche proprie del primo romanticismo. È possibile seguire il concerto anche in streaming sul sito pappanoinweb dove rimarrà disponibile on demand –insieme agli altri concerti del progetto– fino al 27 maggio 2014.
Il concerto sinfonico in programma sabato 27 alle 18, con repliche domenica 28 sempre alle 18 e martedì 30 alle 19.30, vede il ritorno a Santa Cecilia di altri due grandi nomi della musica italiana, il direttore Fabio Biondi e il pianista Benedetto Lupo. Quest’ultimo affronta, nelle vesti di solista, l’ultimo concerto per pianoforte di Mozart, il n.27 k 595, composto nel 1791, che segna il suo addio a questo genere musicale. Oltre al concerto per piano l’Orchestra di Santa Cecilia, diretta da Fabio Biondi, sarà impegnata in altri due capolavori del grande compositore, appartenenti a due diversi generi, il sinfonismo e la musica sacra. In apertura la Sinfonia n.21 K 134, composta a soli 16 anni, quando Mozart ne aveva già create altre 20! Nonostante la giovane età sono presenti i tratti del genio, nell’invenzione, nell’equilibrio e nella leggerezza della composizione. Del 1779 è invece la la Messa “dell’Incoronazione”, che chiude il concerto, forse la più nota tra le sedici messe salisburghesi scritte da Mozart.
Info su www.santacecilia.it
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