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 TV DEL DOLORE, I RAPPRESENTANTI: MATTINO CINQUE, POMERIGGIO 
 CINQUE E DOMENICA LIVE

L’Osservatorio di Pavia rileva come la cronaca nera ha sempre più spazio nei palinsesti televisivi e i principali casi trattati sono quelli di Elena Ceste e Loris Stival.
I programmi che hanno evidenziato maggiori criticità sono Mattino Cinque, Pomeriggio Cinque e Domenica Live, Storie Vere e Chi l’ha visto? Sono questi per l’Osservatorio di Pavia gli alfieri catodici della tv del dolore, quella che racconta la cronaca nera e che ha sempre più spazio nei palinsesti televisivi con un’attenzione costante nel tempo, che prescinde da sviluppi reali delle vicende.
Si tratta di programmi che vanno in onda anche in fascia protetta ed il più delle volte presentano criticità, come enfatizzazione del dolore, processi virtuali, accanimento mediatico verso alcuni soggetti: è quanto riporta l’indagine sulle cattive pratiche televisive compiuta dall’Osservatorio di Pavia Media Research, analizzando tutti i programmi trasmessi sulle tre reti Rai, le tre Mediaset e La7, dal 15 settembre al 15 dicembre. Meno criticità sono state rilevate in La Vita in diretta, Quarto Grado e Amore Criminale. Uno Mattina e I Fatti Vostri si collocano, invece, in un contesto meno problematico.
“Su alcune di queste trasmissioni – ha spiegato il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino – ci sono comunque dei distinguo. Alcuni aspetti positivi vengono evidenziati per Chi l’ha visto? e La vita in diretta. Anche Giancarlo Magalli ha avuto una pagella positiva”. Nei mesi scorsi aveva fatto discutere la denuncia presentata dall’Ordine dei giornalisti nei confronti di Barbara D’Urso per lo svolgimento di attività informativa, pur non essendo iscritta all’albo. Ora Iacopino promette analoghe segnalazioni alle procure nei confronti degli altri soggetti, non giornalisti, che compaiono nella ricerca. “Spetterà poi alla magistratura stabilire se si tratta di intrattenimento o informazione e se vi sia quindi esercizio abusivo della professione – ha aggiunto -. La cosa terribile è che spesso a dare il loro apporto a questo modo di fare informazione sono giornalisti costretti dalle aziende, sotto la minaccia del mancato rinnovo dei contratti a partita Iva o co.co.co”.
L’indagine verrà consegnata – ha riferito il presidente Odg – anche “ai finora silenziosi membri dell’Agcom, del Garante per la privacy e del Garante per l’Infanzia e l’adolescenza”. “Siamo convinti che sia oltrepassato ogni limite – ha spiegato -. Ci sono trasmissioni che oltraggiano il nome di vivi e di morti in nome dell’audience”. La ricerca evidenzia sette aree di criticità: la raffigurazione strumentale del dolore, lo spettacolo nel dolore, l’eccesso patemico nel racconto, la narrazione empatica, il processo virtuale e la commissione tra generi che genera discrasie. Il tempo dedicato alla cronaca nera e ai relativi dibattiti è di tre ore al giorno in media sulle sei reti principali (La7 è del tutto assente su questi temi). Le emittenti che dedicano più spazio alla tv del dolore sono Rai1 e Canale5. I principali casi trattati sono quelli di Elena Ceste e Loris Stival, mentre gli ospiti sono nella maggioranza dei casi vittime, rei e i loro familiari, protagonisti di un’esposizione mediatica massiccia.(marzo 2015).

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(Ascolto-radio) Convegno dal titolo: “La televisione del dolore”, un’indagine …

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