Se comprendere vuol dire “giustificare”, se l’opinione equivale alla “certezza”, se la critica esprime “dubbio e dissenso”, perché la Verità è “Vangelo?”

Ottenere troppo facilmente ciò che si vuole può cambiare il concetto di “cose importanti.

Non ascoltare mai colui che dice: “Ancora non sai vivere!” E’ invidioso dell’ altrui giovinezza.

Il mistero non ci spaventa. Lo accettiamo come un accadere provvidenziale. Restiamo però poveri perché affidiamo alla provvidenza (che è ragione divina) il compito di mettere ordine. Ma quando riusciremo a essere noi mistero? A essere noi provvidenza.

Rigoletto canta ”Cortigiani vil razza dannata”
Io invece, uomo della strada, vi dico:
Cortigiani prestati alla politica, voi che sputate sulla verità e calpestate le coscienze, quale bandiera servite all’ombra dei vostri lupanari tronfi di etichette e di smalti?
Voi che vi offrite all’incanto per mezzo piatto di lenticchie e scegliete Giuda come vostro re, quale girone pensate di godere?
Voi che frequentate le scuole ruffiane e vi leccate l’un l’altro le vergogne in pubbliche e private giaculatorie, quale sentimento di stima credete che il tempo galantuomo vi riservi?
Voi che tradite anche il privilegio di essere uomini -e tradite ben sapendo di tradire- insieme al vostro reciproco disprezzo domani e sempre non vi resterà che la nostra pietosa commiserazione.

A volte l’Amore arriva come un grappolo d’uva
sulla tavola dell’ubriaco.

Quando i dolori si disegnano e le aurore sono già nei tramonti. Le parole non dicono tutto.

La letteratura non è una ipotesi. E’ una prefazione della profezia che rende contemporanea la storia nell’avvicinarsi del tempo.

La parola è la grande rete nella quale l’uomo diventa prigioniero di un canto.

La parola dipinge. La frase scolpisce. Il periodo sicuro è la fatica che dura.

La storia si supera con la memoria che diventa mito. E il mito è con noi. Bisogna penetrarlo e poi uscirne fuori.

Il tempo è il battito che solca il ” restofuturo”.

Le attese sono già “futuro”.

Spesso cerchiamo infanzie per tollerare tradimenti.

Un Anonimo “sconsiderato”

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