(DIRE) – BOLOGNA- Sessanta candeline sopra la torta di compleanno del Centro italiano femminile (Cif) di Bologna, nato nel novembre del 1945. Per celebrare degnamente l’anniversario, la stessa associazione ha realizzato e pubblicato, in collaborazione con l’assessorato alle Pari opportunita’ della Provincia di Bologna, un libro, “Di generazione in generazione”, che racconta, attraverso foto, testimonianze e documenti d’epoca, l’attivita’ del Cif nel territorio bolognese, dagli esordi fino ad oggi. Il recupero del materiale e’ stato possibile grazie al riordino degli archivi dell’associazione, iniziato nel 2001 e in corso ancora oggi, compiuto con il sostegno della Regione Emilia-Romagna. “Il Cif e’ un esempio di partecipazione attiva delle donne alla costruzione del paese”, ha detto l’assessore provinciale alle Pari opportunita’, Simona Lembi. Ed e’ giusto dare, attraverso questo libro, “voce e volto alle tante donne” che si impegnarono socialmente nel difficile periodo del dopoguerra. “E’ anche grazie al Cif e alla campagna unitaria che svolsero tutte le associazioni femminili- ricorda Lembi- che nel 1946 venne riconosciuto il diritto per le donne di votare e di essere elette”. Fu una svolta, perche’ “il voto ha cambiato davvero l’impegno della donna nella societa’- prosegue Lembi- perche’ l’ha fatta diventare finalmente un soggetto”. Secondo l’assessore e’ “importante riallacciare i fili” con quel periodo della storia, perche’ ancora oggi c’e’ bisogno di impegno in questo senso, dal momento che la presenza femminile e’ scarsa sia nel mercato del lavoro sia nella vita politica. “Nel 1946 le donne erano il 7,5% dei deputati eletti. Alle scorse elezioni del 2001, dopo quasi 60 anni, erano appena il 9,2%”. Per questo, sostiene Lembi, “e’ sbagliato parlare di ‘quote rosa’”, ma bisogna discutere “piu’ che altro di norme anti-discriminatorie”.
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