di Caterina Della Torre

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 PANE PER TUTTI

Il titolo potrebbe essere fuorviante. Infatti non si tratta di panifici o di cibo per il sud del mondo, ma degli sprechi e della nostra società, degli scarti alimentari che essa produce senza che vengano né donati, né riciclati, né mandati al macero per essere riutilizzati come compostaggio. Vengono gettati via e basta.
Di questo spreco si interessa da più di venti anni Marina Borghetti, bresciana, che impressionata da un’articolo sulla discarica di Marsiglia letto anni fa, ha cominciato ad occuparsene professionalmente, fino a presentare quest’anno al Womentech di Milano un progetto che le è valso la classificazione tra i finalisti.

Marina cos’è il progetto ”un pane per tutti”?
L’iniziativa nasce dalla esigenza di porre l’attenzione sullo scarto alimentare nella grande distribuzione. 200 mila tonnellate all’anno in Italia, finiscono in discarica e solo una piccola parte di queste viene donata ad ONLUS.
Sono prodotti non graditi al mercato, vicini alla scadenza o leggermente danneggiati.

E quindi buttati nella spazzatura?
Sì e lo spreco non è più accettabile, l’invenduto che finisce nei rifiuti a livello ambientale produce danni enormi e l’attuale situazione economica non permette più di ignorare le fasce deboli della popolazione.

E quindi hai fondato un’associazione che se ne occupi? E cosa si propone di fare?
L’Associazione “Un pane per tutti” si farà portavoce di una proposta di legge che avrà i seguenti punti :
– vendite sottocosto dei prodotti invenduti vicino alla scadenza o leggermente danneggiati, in un corner all’interno del supermercato
– bank food per il ritiro della merce da parte di Onlus o mense poveri
– carne, pesce e verdure in scadenza per canili e associazioni animaliste
– separazione in differenziata degli alimenti scartati, destinandoli al compostaggio
-registro di scarico rifiuti organici

Ma la bank food già esiste!
Le bank food già esistono, ma sono una piccola realtà che può essere estesa capillarmente su tutto il territorio.
Canili e associazioni animaliste devono poter avere accesso a queste eccedenze.
Infine la raccolta differenziata deve diventare obbligatoria per tutto il settore alimentare, oltre al registro di scarico dei rifiuti organici.
Gli obiettivi sono economici, sociali ed ambientali, la riduzione e il controllo dei rifiuti (è inaccettabile riempire incuranti le discariche), e la ridistribuzione degli alimenti, fondamentale in una società moderna che vuole applicare i principi dello sviluppo sostenibile.
Le vendite sottocosto, sono importanti per chi ha difficoltà economiche, le bank food o donazioni ad onlus possono essere estese capillarmente su tutto il territorio, ora sono solo una piccola realtà, la carne ed alcune verdure possono essere donate a canili o associazioni animaliste, infine la raccolta differenziata nell’organico deve diventare obbligatoria per la distribuzione organizzata e la ristorazione.
Quindi i punti principali sono la riduzione e il controllo dei rifiuti e la ridistribuzione degli alimenti, fondamentale per una società moderna che vuole applicare i principi di uno sviluppo sostenibile. mail: unpanepertutti@virgilio.it

Sei da sola?
Sto cercando inoltre anche partner che mi supportino nel dialogo con i supermercati. Finora ne ho trovati alcuni: Federconsumatori, Planet Life Economy Foundation, Enpa, Adoc ed altri, ma la strada da percorrere è ancora lunga.

http://www.dols.it

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