Era una nevosa domenica d’aprile del 1999. Sì, nevosa; non è raro che in Canada nevichi anche nel mese d’aprile.
Eravamo una ventina di persone riunite nello studio di un’agenzia immobiliare che un’amica, la dottoressa Mary Di Felice, allora presidente nazionale degli agenti immobiliari canadesi, aveva messo a nostra disposizione per assistere insieme alla proiezione del film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti.
Quella riunione amichevole, nella quale diverse regioni italiane erano rappresentate, faceva parte di un ciclo di lezioni di cultura italiana tenute a titolo volontario dal prof. Vito di Trani e rivolte alla comunitò italo-canadese. Erano presenti giovani, persone mature, anziani e, naturalmente, la lingua di comunicazione era l’italiano. La scelta del film era caduta sul “Gattopardo”, perché ritenuto emblematico ai fini di un’istituenda accademia del tempo libero, rivolta a tutti, indipendentemente dalla loro regione d’origine; non a caso, nel “Gattopardo”, tratto dal famoso romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, la storia è ambientata nel periodo dell’unificazione d’Italia. Alla proiezione del film hanno fatto seguito le necessarie precisazioni storiche e lo scambio di impressioni fra i presenti. L’estrazione sociale e il livello culturale del pubblico presente erano varie, ma l’elemento unificatore era l’italianità e nei più giovani la curiosità di accostarsi ad un prodotto più raffinato di quello che normalmente esporta il made in Italy. Una volta tanto non mangiavano spaghetti e pizza, ma si accostavano ad un capolavoro dell’arte cinematografica italiana e ad uno degli autori più fini della nostra letteratura. Naturalmente la percezione e la consapevolezza del nostro amico farmacista, Dott. Carmelo Moriana, era un po’ diversa da quella di altre persone di livello culturale meno elevato. Per esemplificare: la storia d’amore fra Tancredi e Angelica per alcune signore era più importante delle riflessioni del principe sulle recessioni dei gattopardi davanti all’avanzata degli sciacalli.Tuttavia, la discussione aperta, che ha fatto seguito alla visione del film, ha creato un clima di distensione e, senza voler essere retorici, di fratellanza. Coerentemente con l’impegno assunto, anche la diffusione della Divina Commedia in versione divulgativa persegue gli stessi obiettivi. La gente, e fra questa anche personaggi del mondo politico, capisce che si tratta di un’operazione sana, acquista il libro, lo commenta, ne parla con gli amici, telefona per chiedere chiarimenti. E` in gioco l’orgoglio di sentirsi italiani, di parlare anche italiano, di leggere in italiano un autore degno di competere con Shakespeare e Moliere. L’opera “Da Dite a Dio con Dante” riceverà il suo “battesimo” canadese nel mese di marzo, all’interno della Società della Dante Alighieri di Hamilton, alla presenza del suo presidente, il prof. Gabriele Erasmi, specialista di Dante, Ph degree dell’Università di Yale.
Antonia Chimenti
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