Ondate di carta e debito si abbattono ormai incessantemente sulle economie europee provocando un’implosione controllata del welfare e delle strutture economiche e produttive dei Paesi. Questo processo è stato definito “finanziarizzazione dell’economia”. Di cosa si tratta esattamente, e cosa possiamo fare da subito per invertire la rotta?
Ci sono almeno tre grandi tecniche di finanziarizzazione in atto: i) la trasformazione in carta di attività reali (cartolarizzazione); ii) la creazione di scommesse sul valore di altri strumenti finanziari (derivati); iii) la pervasività del debito ad ogni livello principalmente guidato dai presunti programmi di quantitative-easing della BCE (debito pubblico, delle famiglie, delle imprese).
Per capire la rilevanza del tema, vediamo alcuni dati di trend dal 2000 al 2015 (fonte BIS).
Il debito pubblico mondo è passato dal 41% al 86% del PIL del mondo;
Il valore nominale dei derivati non-regolamentati (OTC) è passato da 2,3 a 6,8 volte il PIL mondo;
Il debito lordo (Stati, famiglie e imprese) è passato da 1 a 2,56 volte il PIL del mondo.
Ciò dimostra chiaramente che l’Euro è stato un acceleratore del processo di finanziarizzazione e di indebitamento dell’economia, ma conferma anche che il problema sussisteva già prima dell’introduzione dell’Euro. Dunque, è un problema che ha radici lontane e l’Euro ne ha costituito la fase di completamento. In tal senso, possiamo pensare all’Euro come ad un “acceleratore di particelle…di debito”, una sorta di “fibra ottica” che ha consentito al debito di circolare più rapidamente.
Peraltro, ricordiamo che L’Euro come pseudo-moneta agisce all’interno di un’impalcatura che include il Fiscal Compact, che porta con sé la menzogna dell’austerità, la BCE con le false politiche di quantitative-easing che sono semplici trasferimenti di tesoreria alle banche, il MES come organo di governance mascherato da fondo salva-Stati e tutta una serie di altre istituzioni e regolamenti che nel complesso costituiscono il grande disegno di indebitamento e asservimento dei popoli dell’Eurozona. Quindi, parlando di Euro va sempre ricordato che il problema è più vasto e profondo e richiede il ripensamento di un intero modello di asservimento che sta falcidiandoci.
Questo sistema è disegnato per alimentare la sfera finanziaria, che ha bisogno di crescere secondo fattori esponenziali, non compatibili con la creazione di ricchezza da parte dell’economia reale, per questo ha bisogno di appropriarsi direttamente dei beni, sia pubblici che privati. E’ una grande idrovora che aspira ricchezza dalla sfera reale e produttiva a vantaggio di quella finanziaria e speculativa.
Quali sono le conseguenze di queste azioni incessanti messe in atto dal settore finanziario? Alcune di esse sono sotto ai nostri occhi. Reati finanziari quali la manipolazione di mercato (rating), truffe sulla vendita dei titoli derivati, appropriazione indebita di interessi passivi, aggiotaggio di borsa; agevolazione dei processi di privatizzazione e svendita in combinazione con tecniche di cartolarizzazione dei beni; maggiore diffusione del debito a tutti i livelli.
In questo contesto, l’attuazione della Costituzione incontra ostacoli insormontabili. Vediamone i principali. Per quanto attiene agli Art. 35-36 (lavoro e diritti), ricordiamo che la finanziarizzazione dell’economia ha bisogno di deflazione e disoccupazione strutturale, come è stato anche ammesso da noti esponenti del PD negli ultimi tempi (vedi dichiarazioni dell’On. D’Attorre). Non basta. La finanziarizzazione ha anche comportato l’assorbimento del lavoro all’interno della legge utilitaristica della domanda e dell’offerta, nota dottrina neo-liberista secondo la quale il livello dei salari manterrebbe in equilibrio il mercato… Ecco dunque lo scadimento di qualsiasi forma di tutela, di diritti e di operosità sociale del lavoro (aiutato anche dal selvaggio flusso immigratorio…).
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