di Antonia Chimenti
La musica di Mozart è viva. Essa trasmette lo spirito del suo tempo, la luminosità e la chiarezza della ragione, congiunta al piglio sbarazzino e capriccioso, che è la caratteristica più evidente di questo genio senza tempo.
La musica di Mozart evoca ampi saloni e la morbida essenzialità del neo-classicismo degli arredi, degli stili architettonici e degli abiti.
Evoca pure la freschezza e lo scintillio delle sorgenti, la brillantezza dei colori dei fiori in una giornata di sole, dopo la pioggia.
Mozart è ancora vivo, la sua musica vive in noi.
Come le opere d’arte, la critica e la storiografia devono essere vive, devono restituirci nella loro interezza ed autenticità opere e personaggi, senza alterarne la fisionomia interiore. La storiografia deve cogliere l’essenza del personaggio, senza farsi condizionare da pregiudizi ideologici. Analogamente la critica letteraria deve cogliere l’essenza di un poema, al di là dei “segni”. I “segni” devono servire per caratterizzare lo stile, quel “quid” [qualcosa] che differenzia un autore. La critica non deve diventare una sovrapposizione. Deve rispettare l’unicità dell’opera. E` difficile praticare una storiografia e una critica letteraria equilibrate. La “voce” del poeta, l’inconfondibile fisionomia del personaggio devono emergere a tutto tondo. Il critico letterario, lo storico devono far dimenticare la loro esistenza, per far risaltare la perenne vitalità dell’arte e del pensiero.
Solo a questa condizione la storia e l’arte possono diventare educative per TUTTI.
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