Lettera aperta a Bernardo Enrico Levi

“L’Eternità è un attributo del Divino ma non per questo in essa è contenuta anche l’immutabilità… e per fortuna questo è un mondo transeunte.. la terra trema e fa tremare i cuori della gente…. ma è sveglia… lei…. è viva…. lei…. e ribelle… già ribelle!”

Il “pacifista” Bernardo Enrico Levi (su consiglio d’Israele) invita il neo presidente francese Hollande a fare la “sua parte”, cioè a portare la democrazia in Siria come il suo predecessore fece in Libia.
Peccato che la democrazia, come la intende Bernardo, sia solo una forma di prevaricazione e sottomissione dei popoli in nome del denaro. Eh già perché chi può permettersi di aspirare al governo di una nazione, come avviene negli USA, se non è sorretto da un potere economico?
Che siano democratici o repubblicani chi li finanzia sono gli stessi potentati e sono questi potentati (infine) a decidere, a indirizzare le scelte. E questi potentati, hanno interesse ad ampliare sempre più la propria influenza ed a propagarsi in ambiti sempre maggiori. Per ottenere questo risultato un buon medium di trasmissione è la cosiddetta “democrazia”. Stiamo ovviamente parlando della democrazia rappresentativa non di quella diretta.
I risultati della democrazia li abbiamo visti e li vediamo giornalmente anche qui in Italia ed in Europa. Le nazioni sono comandate e dirette in funzione di soddisfare le esigenze dei potentati economici. Si creano meccanismi coercitivi sempre più pressanti finché il popolo non può far altro che ubbidire per poter sopravvivere. Ma lasciamo da parte questi discorsi e torniamo alla Siria. Tanto per cominciare vediamo che la Siria, come tutti gli altri stati del Medio Oriente e del Nord Africa, è una nazione creata a tavolino dagli inglesi e dai francesi in seguito alle spartizioni degli ambiti d’influenza dopo lo smembramento dell’Impero Ottomano.
Attualmente in Siria c’è un governo autoritario laico che dal punto di vista della democrazia summenzionata non può essere considerato “democratico”. I suoi rappresentanti non sono propriamente eletti dal popolo. Allo stesso tempo questo governo è il risultato di un tentativo nazionale di mantenere l’integrità territoriale della Siria, consentendo anche un equilibrio nella presenza istituzionale, visto che la Siria è composta da molte minoranze etniche e religiose. Solo una forza laica in verità può consentire pari dignità a tutte le componenti della nazione.
Ed una ragione per cui -ad esempio- Al Qaida si pone come fomentatore di terrorismo in Siria è proprio quella di causare la perdita della laicità ed agevolare la presa di potere da forze confessionali.
Stranamente è esattamente quel che vuole Israele e le potenze occidentali, magari per ragioni diverse. Per Israele la frammentazione degli stati vicini, su basi etniche e religiose, è essenziale per consentire attorno a sé un variegato inoffensivo firmamento di deboli poteri diversi che gli consenta di giocare su più tavoli, garantendo la sua egemonia territoriale.
Per l’occidente, visto che in Siria non c’è il petrolio come in Libia, l’interesse è quello di scardinare le componenti mediorientali autonome e compiere un passo ulteriore verso l’avvicinamento all’Iran, questo sì che il petrolio ce l’ha, e completare così l’accerchiamento della Russia, ricchissima di materie prime e prossima vittima del gioco espansivo dei potentati economici.
C’è da dire che questa lotta di erosione e di controllo delle risorse sta avvenendo anche attraverso un fronte interno in Russia. I potentati economici hanno lì uno caposaldo e lo dimostra il fatto che la politica estera di questo paese è cangiante. Una volta si oppone ed un’altra invoca. Passando da una difesa strenua del governo Assad ad una richiesta di intervento da parte dell’ONU. La Russia è un po’ schizofrenica. E la Cina non è da meno, in quanto, a dire il vero, sia la Russia che la Cina, sono obbligate dalla “mano sinistra” che già opera al loro interno.
Allora dobbiamo aspettarci, come chiede Bernardo anche a nome di Israele, un prossimo intervento occidentale in Siria e subito dopo in Iran? Non è detto… Non è detto perché il sistema “democratico” sta facendo acqua da tutte le parti. La moneta debito sta strozzando la capacità produttiva di ogni nazione, USA in primis. L’espansione dei consumi non è più consentita dalla precaria situazione economica mondiale. Le popolazioni scoppiano, le migrazioni sono sempre più massicce, le grandi città (vere e proprie bombe ad orologeria) stanno per esplodere tutte, la produzione di alimenti reali (non quella fittizia di beni superficiali) sta crollando in seguito al perverso sistema monocolturale ed all’inquinamento dell’habitat.
Siamo infine giunti ad un punto limite in cui l’umanità per salvarsi può solo fare un passo indietro, un passo indietro che significa allontanarsi dal baratro dell’autodistruzione e della guerra continua.
Forse qualcuno dovrebbe spiegarlo anche a Bernardo Enrico Levi.

Paolo D’Arpini

Rete Bioregionale Italiana

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