Nelle pieghe più’ critiche e magari nascoste di questa Milano ritrovata non ci sono solo campi Rom o Centri di Accoglienza ma pure centri di cui poco si parla ma che da anni fanno attività’ benefiche sostenuti da senior di valore.
È’ il caso del Villaggio della madre del fanciullo, 7000 mq vicini al Monte Stella, che ospita madri con bambini in difficoltà, occupandosi di infanzia e maternità’.
Ne parliamo con chi rappresenta il ‘cuore operativo’ di questo centro, l’avv. Stefano Rossetti, esperto di diritto societario con importanti clienti internazionali che vogliono investire nel nostro paese . Un grande professionista che discretamente, senza clamore, insieme ad altri privati, sta declinando in modo concreto la parola solidarietà’
Come nasce questo villaggio?
Il villaggio -conferma Rossetti- nasce come istituzione privata da Elda Scarzella, nel dopoguerra. Elda, di buona borghesia milanese, da un’esperienza in Sardegna tocca con mano le difficolta’ di donne, spesso sole, che devono partorire, a quei tempi, ancora in casa per poi subire l’arcaica morale del luogo per aver avuto figli fuori dal matrimonio.
Poi dopo la guerra incontra i drammi di donne senza marito, violentate, che tornavano dai campi di concentramento, rovinate ed incinte.
Il costume e la legge dell’epoca poi non aiutavano di certo colpendo i nati fuori dal matrimonio e mandando i figli negli orfanotrofi. Li staccavano dalle madri negli anni più’ importanti della loro crescita. Un vero dramma.
Queste esperienze umane e tragiche, assieme a quella della propria maternità, hanno fatto crescere in Elda Scarzella l’idea e la passione per la centralità della donna in quanto madre, come momento centrale e causale della formazione degli individui e della società.
E che successe?
Elda Scarzella, dopo aver sensibilizzato e ottenuto il sostegno dell’allora sindaco di Milano, Antonio Greppi e dell’avv. Edoardo Majno, organizza 6 baracche che vennero posizionate nei giardini della Sormani in modo da poter accogliere le giovani donne bisognose, italiane e straniere, insieme ai loro bambini o in procinto di partorire; nel contempo struttura il primo Servizio Sociale per i minorenni presso la Corte d’Appello di Milano.
I minorenni giudicati colpevoli, a quel punto, anziché essere rinchiusi al Beccarla, o lasciati liberi di continuare a delinquere, quando riusciva ad ottenerne la custodia erano seguiti personalmente da Elda Scarzella insieme il figlio Alberto, allora studente di Architettura che riuscì a portare alcuni di essi a un buon livello professionale.
La maquette del nuovo Villaggio fu eseguita insieme a questi ragazzi.
Questo è’ il passato ma ora?
Ad un certo punto, nel 1957, però’ Elda decise di comperare lei stessa 4000 mq a lato del Monte Stella, attuale location del Villaggio, creando un piccolo villaggio, avveniristico per l’epoca con piccole case e giardini e grande attenzione per le giovani e i loro piccoli.
E che ci fa un professionista come lei, pieno di impegni, in questa realtà?
Nel Cda del Villaggio, con privati milanesi e amici che hanno avuto a cuore il problema, abbiamo aiutato il centro a superare un momento difficile, adesso è’ ripartito con nuovi programmi . Gli aiuti non bastano mai, ma buona volontà e spirito di sacrificio non mancano di certo’.
Ed allora caro Stefano good luck e adelante. Un po’ di buona visibilità può’ solo aiutare.
In una Milano che non è solo da bere e da vedere per pochi, ma deve essere anche una città che fa sorridere tanti a disagio.
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