Di Valentina Ersilia Matrascia
Rita Atria ora abita anche a Napoli. Alla giovane testimone di giustizia siciliana, morta suicida a Roma il 26 luglio 1992, è stato intitolato, con una cerimonia ufficiale alla presenza del sindaco de Magistris, l’ex vicoletto Pietro Colletta nel cuore di Forcella. È proprio il quartiere che ha visto concludere la giovane vita di Annalisa Durante, vittima innocente di mafia uccisa a quattordici anni il 27 marzo 2004, ad ospitare la targa in memoria della diciassettenne originaria di Partanna che, con la sua testimonianza, con le sue denunce, contribuì a definire la mappa del fenomeno mafioso nel Trapanese. Proveniente da una famiglia mafiosa, Rita dopo la morte del padre e del fratello scelse la via della giustizia affidando le sue deposizioni al giudice Paolo Borsellino, lo ‘zio Paolo’, così lo chiamava. Una settimana dopo l’attentato di via D’Amelio in cui il magistrato perse la vita scelse di volare giù dal settimo piano del palazzo di viale Amelia, nel quartiere Tuscolano.
L’intitolazione, promossa dalla Consigliera della Municipalità 4, Simona Riso, ha visto l’intervento dell’assessora alla toponomastica Alessandra Clemente che ha ricordato commossa la figura di Rita Atria e di Rita Borsellino, sorella del magistrato recentemente scomparsa. «Abbiamo intitolato una via di Napoli a una donna. Noi sappiamo – ricorda l’assessora – quanto c’è bisogno di identità di genere nella toponomastica. Soprattutto è una giovane e una donna siciliana che con grande coraggio ha denunciato».
Nasce da lontano l’idea di intitolare una via ad una donna coraggiosa emblema della lotta alle mafie. Il suo nome, infatti, emerse tra le tre prescelte del concorso “Tre strade, tre donne per l’otto marzo”, rivolto alle scuole secondarie napoletane, realizzato nel 2013 dalle Commissioni Toponomastica e Pari Opportunità del Comune di Napoli, la Consulta delle Elette e il gruppo di ricerca Toponomastica femminile. Oltre a lei c’erano Enrichetta Caracciolo e Hannah Arendt.
A dar voce alla memoria i brani tratti dallo spettacolo “Il giudice e la ragazzina” scritto da Ivan Luigi Antonio Scherillo a cura degli attori Chiara Vitiello ed Emanuele Scherillo e alcune dell’Associazione b.b.m. Production 1995 e i ciclamini piantati dagli alunni dell’ICS Bovio Colletta. «Un gesto per ribadire che questa città è schierata, partigiana contro le mafie e contro le corruzioni – ha dichiarato de Magistris -. Rita Atria non è solo una ragazza siciliana, è una ragazza senza confini e a lei è stata una testimone di giustizia. Si uccise a 17 anni una settimana dopo la strage di via D’Amelio perché proprio per la fiducia che riponeva nel magistrato italiano Paolo Borsellino si era decisa a collaborare con gli inquirenti».
Lo scorso 26 luglio, in occasione dell’anniversario della sua tragica scomparsa, l’associazione a lei intitolata aveva chiesto alla sindaca di Roma Virginia Raggi di concedere a Rita Atria la cittadinanza onoraria. Ancora nessuna risposta da parte dell’amministrazione capitolina nonostante il sostegno di diversi consiglieri.

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