(Asca-Afp) – Il Cairo, 24 nov – La pratica delle mutilazioni genitali femminili riguarda ogni anno tre milioni di donne solo nel continente africano ed e’ un problema sempre piu’ crescente. L’allarme viene lanciato in un rapporto dell’Unicef, secondo il quale l’infibulazione, altrimenti conosciuta come circoncisione femminile ”viene praticata su scala molto piu’ vasta di quello che si pensava in precedenza”, una ”pratica invalidante che lede i diritti di donne e bambine. A seconda del paese e delle tradizioni locali, si passa da un piccolo taglio sul clitoride fino alla completa rimozione dell’apparato genitale esterno. ”Si stima che in tutto il mondo ci siano fra i 100 e i 140 milioni di donne ad aver subito una qualche forma di mutilazione genitale”, si legge ancora nel rapporto. L’intervento e’ fortemente traumatico, puo’ provocare gravi infezioni e in alcuni casi causare la morte per emorragia. Secondo l’Unicef, la pratica appare in declino in Benin, Burkina Faso, Repubblica centroafricana, Eritrea, Etiopia, Kenya, Nigeria, Tanzania e Yemen, mentre rimane stabile in Costa d’Avorio, Egitto, Guinea, Mali, Mauritania, Niger e Sudan.
Marta Santos Pais, direttore del centro di ricerca dell’Unicef, sottolinea ”la necessita’ di promuovere il dialogo nelle comunita” e che la circoncisione femminile ha un notevole impatto sullo status sociale delle donne e sulla loro possibilita’ di contrarre matrimonio. ”Se e’ solo una famiglia a rinunciare alla pratica della mutilazione, la figlia verra’ emarginata”. Il rapporto lancia l’allarme anche nei confronti della comunita’ internazionale, visto che con il crescere dell’immigrazione, il problema ha raggiunto anche i paesi occidentali. E’ il caso ad esempio della Svizzera, dove si stima che in tempi recenti siano state circa 7.000 le ragazze che hanno subito questo intervento. Nel 2003 gli stati mebri dell’Unione africana avevano siglato il protocollo di Maputo che proibiva esplicitamente la circoncisione femminile, ma a tutt’oggi e’ stato ratificato solo da 13 stati sui 15 necessari affinche’ entrasse in vigore.
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