350.000 bambini affetti da ritardo crescita per malnutrizione
Roma, 28 giu. (Apcom) – Le violenze delle ultime settimane, pergli scontri tra fazioni palestinesi e l’intensificarsi delle operazioni militari israeliane, pongono a serio rischio l’incolumità delle donne e dei bambini palestinesi, la cui salute e nutrizione sono già minacciate dal collasso del sistema sanitario e dei servizi pubblici di base: è quanto denuncia oggi l’Unicef.
Allo stato attuale, un bambino su 10, pari a oltre 350.000 bambini, è affetto da ritardi della crescita: una situazione nutrizionale riconducibile alla grave povertà in cui versano le famiglie, il 60% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, con meno di 2 dollari al giorno, e alle restrizioni di movimento che colpiscono anche i prodotti alimentari. La povertà in aumento rende perfino difficile portare i bambini malati in ospedale. A tre mesi dall’ultimo stipendio versato agli operatori sanitarie ai dipendenti pubblici, quantità e qualità dei servizi di base sono pesantemente inficiati dal blocco finanziario. Benché il personale continui a recarsi a lavoro, negli ospedali le scorte di medicinali di base sono esaurite dalla fine del maggio scorso, scarseggiano aspirine e antibiotici e mancano forniture e attrezzature mediche, soprattutto per i reparti di maternità. Le difficoltà nel mantenimento di forniture idriche e delfunzionamento degli impianti igienico-sanitari hanno contribuitoa un aumento delle malattie contagiose all’interno degli stessi ospedali e, nei villaggi rurali, delle malattie diarroiche. I team sanitari mobili – per l’assistenza di base nelle aree più
isolate – sono impossibilitati a spostarsi per mancanza di carburante e di veicoli funzionanti. Nelle scuole, carta e sapone sono esauriti e bambini e insegnanti hanno difficoltà a recarvisi, per il moltiplicarsi di checkpoint, posti di blocco e restrizioni di movimento. In risposta alla grave crisi in cui versa il sistema sanitario, l’Unicef ha procurato scorte di vaccini sufficienti per tutto il 2006; farmaci e attrezzature di base per oltre 1,2 milioni di dollari a circa 400 centri sanitari, inclusi i reparti maternità di 17 ospedali; vitamina A, acido folico, integratori a base di ferro e strumenti antropometrici per 140 cliniche che curano la malnutrizione. A sostegno delle scuole più in difficoltà, l’Unicef ha inviato oltre 380 kit scolastici d’emergenza – sufficienti alle attività di più di 30.400 scolari e 760 maestri – e 1.000 kit di materiali per attività socio-ricreative, 110.000 cartelle scolastiche sono state ordinate per la distribuzione ai bambini più poveri, 100.000 libri d’esercizi per l’istruzione a distanza e il recupero scolastico per matematica, scienze, arabo e inglese. Peril settembre 2006, l’Unicef ha in programma una grande campagnaper il ritorno a scuola di oltre 1,2 milioni di bambini. Nell’attuale situazione di grave crisi sociale ed economica, l’Unicef ha dovuto rivedere l’iniziale appello di raccolta fondi – passato da 8,4 a 22,7 milioni di dollari – per poter estendere i propri interventi d’emergenza. L’Unicef Italia ha lanciato un progetto di raccolta fondi ad hoc, ‘Ritorno alla normalità nei territori palestinesi occupati’, per il diritto all’istruzione e la terapia dei traumi emotivi causati ai bambini dalla grave crisi umanitaria in atto.
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