DIRE)-ROMA- INSEGNANTI, FARMACISTE, INFERMIERE, MA ANCHE RESPONSABILI DELL’ AMMINISTRAZIONE, LEGALI, OPERATRICI TURISTICHE, DISEGNATRICI. IL LAVORO AL FEMMINILE SI ESPANDE SOPRATTUTTO IN QUESTI AMBITI PROFESSIONALI. A MOSTRARLO E’ L’INDAGINE ANNUALE DEL CENTRO STUDI DI UNIONCAMERE SUI FABBISOGNI OCCUPAZIONALI E LE PREVISIONI DI ASSUNZIONE DELLE IMPRESE ITALIANE. NELL’AMBITO DELLA RICERCA, UNIONCAMERE HA CHIESTO ALLE IMPRESE DI DICHIARARE SE, PER LO SVOLGIMENTO DI SPECIFICHE MANSIONI, ESSE PREFERISCANO ASSUMERE DONNE O UOMINI. IL RISULTATO? OGNI 100 NUOVI POSTI DI LAVORO CHE LE IMPRESE INTENDONO CREARE NEL 2003, LA QUOTA DI ASSUNZIONI FEMMINILI PREVISTE E’ COMPRESA TRA UN MINIMO DI 20,3 ED UN MASSIMO DI 56, MENTRE QUELLA DEGLI UOMINI VA DA UN MINIMO DI 43,7 AD UN MASSIMO DI 79,7.
LAVORO: INFERMIERE E MAESTRE, MA PIU’ DONNE ANCHE DIRIGENTI SEMPRE MENO OPERAIE; STUDIO UNIONCAMERE SU OCCUPAZIONE FEMMINILE
(ANSA) – ROMA, 8 LUG – Insegnanti, infermiere, disegnatrici: le donne nel mondo del lavoro si dedicano oggi soprattutto alla formazione, alla moda, alla sanita’ e all’amministrazione. Poche invece sono le operaie, tranne nel settore tessile, dove la predominanza e’ tutta femminile. E’ la fotografia scattata da Unioncamere, secondo cui nel 2003 saranno ancora gli uomini ad essere privilegiati nelle assunzioni, con una quota in rosa che predomina pero’ in alcune professioni tradizionali del lavoro femminile e soprattutto nelle regioni del Centro-Nord.
Per ogni 100 nuovi posti di lavoro che le imprese intendono creare nel 2003, saranno cercate donne nel 20,3% dei casi, mentre, rileva Unioncamere, gli uomini lo saranno nel 43,7%.
Sara’ indifferente il sesso, invece, nel restante 36% dei casi. Tuttavia nella sanita’, nella formazione, nella gestione organizzativa, nelle professioni che puntano sulla creativita’, soprattutto nel campo della moda e del design, o sulle capacita’ relazionali, preva- lentemente nel settore turistico e dei servizi alle persone, le donne hanno qualche carta in piu’ da giocare rispetto agli uomini. In particolare su oltre 11 mila assunzioni previste nel
settore della sanita’ il 37,3% dei posti di lavoro sara’ affidato a donne, contro il 6,2% agli uomini. Le donne sono piu’ richieste come infermiere (44,2% contro il 2,2% della componente maschile), come fisioterapiste (8,9% contro il 5,3%), farmaciste (44,5% contro il 17,6%), tecnici sanitari (29,2% contro 23%), biologhe e tecnici di laboratorio (15,1% contro 11,8%).
Non tramonta poi la tradizionale predisposizione delle donne per l’insegnamento: maestre e professoresse battono gli uomini 2 a 1, visto che su 4.719 posti di lavoro, il 20,4% interessera’ preferibilmente donne e il 9,6% uomini.
Ma le donne prevarranno anche nell’organizzazione d’impresa, soprattutto nella gestione amministrativa (oltre 15 mila assunzioni di direttori e responsabili di cui il 24,7% donne, il 14,6% uomini) e tra gli specialisti del disegno, dove i disegnatori artistici (stilisti, grafici creativi e pubblicitari, costumisti, designer industriali) sono prevalentemente donne (1.125 le assunzioni previste, di cui il 22,8% per la componente femminile ed il 13,8% per la maschile).
Maggioranza in rosa anche nella ristorazione (gli oltre 37 mila camerieri e baristi saranno nel 38,9% donne, contro il 12,1% degli uomini) e nel settore commerciale dove le donne sono preferite come addette alle vendite (33% la loro quota a fronte del 13,4% di quella degli uomini). Il gentil sesso ha un primato assoluto infine nei servizi alle persone, sia negli ambiti della bellezza e della cura della persona (dei 12 mila estetisti e parrucchieri il 51,5% sara’ donna mentre il 9,2% sara’ uomo), sia nell’assistenza socio-sanitaria (le quasi 12 mila assunzioni riguarderanno nel 39% dei casi donne e solo nel 2,4% uomini), sia nell’ambito del settore turistico (animatori, addetti alla reception e all’accoglienza, con 3.500 posti di lavoro, di cui il 36,5% al femminile ed il 7,9% al maschile).
Scarsa invece la presenza di donne nella produzione industriale, quasi esclusivo appannaggio maschile salvo nel settore tessile, dove le imprese prediligono il gusto e l’abilita’ femminile. Dei 23 mila operai che saranno probabilmente assunti quest’anno nel comparto, il 48,7% saranno donne e il 22,1% uomini.
A livello territoriale le regioni che prediligono la professionalita’ femminile sono Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Umbria e Toscana. Tutte concentrate al Sud invece le regioni piu’ chiuse alla presenza in rosa: Molise, Calabria, Basilicata e Puglia. ”Contrastare la disoccupazione nel Mezzogiorno significa anche intervenire a favore dell’occupazione femminile e in quest’ottica e’ importante avere esteso la flessibilita’ con il part time e avere introdotto agevolazioni specifiche per le madri lavoratrici”, ha detto il segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli.
Nella tabella la graduatoria regionale delle assunzioni di donne e uomini nel 2003 secondo i dati di Unioncamere e ministero del Lavoro.
REGIONE ASSUNZIONI DONNE UOMINI INDIFFERENTE (%) (%) (%)
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Trentino A-Adige 19.355 25,7 36,7 37,6
Emilia Romagna 65.348 23,6 37,5 38,9
Umbria 8.738 23,2 51,7 25,1
Toscana 43.796 23,2 39,6 37,2
Abruzzo 15.062 21,9 52,7 25,4
Marche 19.676 21,2 49,7 29,2
Veneto 72.488 21,1 44,4 34,6
Lazio 57.358 20,6 36,0 43,3
Lombardia 135.459 20,4 38,2 41,4
Piemonte-V.d’Aosta 49.578 19,4 40,6 39,9
Friuli V.G. 17.010 19,0 45,1 35,9
Sicilia 33.131 18,2 56,6 25,1
Sardegna 16.754 17,7 51,0 31,3
Campania 43.820 17,3 54,6 28,1
Liguria 17.947 17,1 39,8 43,1
Puglia 33.906 16,8 56,9 26,3
Basilicata 6.452 16,7 51,5 31,9
Calabria 13.533 15,7 55,4 29,0
Molise 3.061 13,5 64,3 22,2
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TOTALE 672.472 20,3 43,7 36,0
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