(Adnkronos/Labitalia) – ”Nonostante i progressi registrati negli ultimi decenni, sono ancora poche le donne che lavorano. Sono piu’ istruite degli uomini, meglio formate, e tuttavia meno riconosciute sia nelle qualifiche sia nelle retribuzioni. Dunque, sono piu’ protagoniste, ma non ancora vincenti”. Questo il commento di Aitanga Giraldi, consigliere del Cnel. ”Fra le cause principali -ha proseguito- vi sono i problemi legati alla conciliazione tra lavoro e famiglia, accompagnati da un persistente residuo di arretratezza culturale. La conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, infatti, deve riguardare uomini e donne. In realta’ -ha avvertito- se prendiamo ad esempio la riforma del mercato del lavoro, contraddicendo le buone intenzioni espresse, alle donne si offrono forme di lavoro sempre piu’ atipiche da sconfinare nella precarieta’ e la conciliazione fra tempi di vita e di lavoro diventera’ sempre piu’ difficile”. Quello che serve oggi, ha sottolineato, ”e’ una regia, un coordinamento istituzionale di tutte le iniziative e degli organismi che operano per le pari opportunita”’. ”Ma -ha sottolineato- se la battaglia non sara’ vinta con le armi della cultura, lancio una provocazione a titolo personale, si potrebbero ipotizzare quote vicine al 50% nelle attribuzioni a dirigenti donne di incarichi di vertice nella pubblica amministrazione. Non sarebbe sicuramente una vittoria, per le capacita’ e le competenze che le donne hanno, ma a volte occorrono forzature per cambiare atteggiamenti consolidati”
UNIRE FLESSIBILITA’ A CONCILIAZIONE
BATTISTONI (WELFARE), RICONOSCIMENTO COMPETENZE EXTRA-LAVORO
(Adnkronos/Labitalia) – ”La pubblica amministrazione sta cambiando, e’ diventata meno rigida e burocratica, cosi’ come sono cambiati i modelli organizzativi. Oggi servono modalita’ di lavoro flessibile, di gruppo, che favoriscano la creazione di network. Proprio a modelli manageriali piu’ flessibili sono piu’ adeguate per loro natura le donne”. E’ quanto ha affermato Lea Battistoni, direttore generale per l’Impiego del ministero del Welfare, intervenendo al dibattito. ”La funzione pubblica, dunque, puo’ sviluppare – ha proseguito – un pensiero diverso rispetto alle modalita’ organizzative e alla formazione manageriale, attraverso una funzione di tutoraggio mirata soprattutto alle giovani generazioni e puntando alla formazione dei dirigenti pubblici”. Per quanto riguarda il problema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, Battistoni ha sottolineato che ”servirebbe un riconoscimento formale delle competenze non solo professionali, ma anche di quelle acquisite al di fuori del contesto lavorativo”. ”E’ importante, inoltre, premiare politiche aziendali – ha spiegato – che favoriscano la conciliazione e che dimostrino che il problema non e’ residuale, ma intrinseco allo sviluppo. Lavoro produttivo e riproduttivo – ha concluso – non possono essere slegati fra loro e devono essere al centro di una nuova progettualita’ sociale”.
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