di Anna Rossi
Ti vengono incontro loro malgrado, ti guardano furtivi o fanno finta di niente, ti attraversano la vita ma non salutano. Sembrerebbe che la visione di una donna davanti ai loro occhi sia contraria al loro agire comunicativo. Sul piano del singolo il comportamento indifferente di questa tipologia maschile sottolinea la costruzione identitaria di un individuo in conflitto fra l’appartenenza ad una cultura di superiorità patriarcale e l’affermazione involontaria di un’alterità permeata di una storia della civiltà dalle connotazioni antievolutive.
Sono più tristi che maleducati. L’ottica femminile omnicomprensiva che li valuta all’istante apre una prospettiva di critica su un dato temporale che in un battibaleno analizza la contrattura storica che questi ostacoli comportamentali sottolineano. Non li scusiamo né li giustifichiamo ma al pari di tanti mali da debellare li consideriamo zavorra di genere.
La conquista contemporanea che dai tempi del Cristo ha impiegato duemila anni per affermare su carta che la propaganda bellicista di genere è fallimentare non riesce dunque a consolidarsi per questa propensione antropologica di svuotare quel che invece bisognerebbe riempire. Gli uomini che non salutano sono consapevoli dell’elemento destabilizzante che giocano di volta in volta contro l’ovvietà dei ruoli sociali e delle manifestazioni di condivisione.
I mille privati vissuti di coscienza danno origine ad una miriade di linguaggi corporali ed orali e fra questi è patrimonio comune anche la distorsione dell’armonia che la buona educazione ed il rispetto riservano ai comportamenti di genere fra cui il saluto.
Se ieri l’ideologia patriarcale imponeva la pratica della sudditanza del genere femminile e nel contempo una riverenza mistificatrice della stessa oggi l’ideologia di quell’epoca viene evocata con la pratica dell’indifferenza verso tutto ciò che è femminile.
L’uso specifico che questi uomini fanno della loro supposta superiorità sembrerebbe banale all’apparenza mentre sollecita pericolosamente comportamenti ambigui che l’ingordigia egotica riversa sulle nuove generazioni. In altre parole l’assenza di indicatori dei ruoli di genere in un semplice saluto mancato è un pessimo esempio comportamentale che divide gli esseri in un dubbio sistematico immorale. La decadenza porta con sé anche questi segnali che nel linguaggio comune chiamiamo “maleducazione” e che vanno ben oltre l’errore di comportamento quando sono consolidati nelle trasparenze di gerarchie patriarcali occultate da un finto modernismo di genere.
Gli uomini che non salutano appartengono agli ultimi mammut della storia. Scompariranno ma per ora restano dei giganti fastidiosi e fuori moda che intralciano il cammino evolutivo del sentimento di dolente fraternità umana.
Un consiglio? Tutte le volte che si sale…salutate! Potreste trovarvi le stesse persone che non avete salutato prima nel mentre scendete.
Anna Rossi
Responsabile Osservatorio Nazionale ed Europeo Pari opportunità ONERPO
Roma, 4 maggio 2012
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