LONDRA. La classe, alle Olimpiadi, a volte e’ una questione di sesso. La decisione del Giappone e dell’Australia di far volare gli atleti maschi in Business Class mentre le colleghe hanno dovuto viaggiare in Economy ha suscitato una bufera di polemiche a Londra. Il Guardian ha riportato oggi la notizia delle Nazionali giapponesi di calcio e dei team australiani di basket, arrivati a Londra in due classi di volo differenti. Questo nonostante la squadra femminile di calcio giapponese abbia un curriculum di tutto rispetto e molte piu’ ambizioni olimpiche dei colleghi maschi. ”Sarebbe dovuto essere il contrario”, ha dichiarato al quotidiano Homare Sawa, star del calcio giapponese e giocatrice dell’anno della Fifa nel 2011, aggiungendo: ”Anche in termini di eta’, siamo piu’ vecchie”. Stessa cosa per le Nazionali australiane di basket: quella femminile, le Opals, hanno vinto medaglie d’argento agli ultimi tre Giochi, mentre quella maschile e’ sempre tornata a mani vuote. I Comitati Olimpici di entrambi i Paesi si sono giustificati affermando che la differenza nella scelta della classe di viaggio e’ motivata da accordi perfezionati da molti anni. Una portavoce della Federazione australiana basket ha dichiarato che entrambe le squadre hanno un budget e che sta a loro decidere come spenderlo. E’ anche da tener presente – ha spiegato – la stazza dei giocatori. ”Quando si organizzano i viaggi l’altezza e la taglia sono da tenere in considerazione”, ha detto. Scusa non del tutto valida, visto che Liz Cambage della squadra di basket australiana e’ alta 2 metri e 3 centimetri, contro l’1,88 di Adam Gibson della squadra maschile. La notizia della differenza di classe di viaggio segue l’avvio, all’Alta Corte di Londra, di una causa legale avanzata da una canoista britannica che ha accusato il Comitato organizzatore dei Giochi (Locog) di discriminazione. Secondo Samantha Rippington, il Locog non avrebbe dovuto escludere le donne dalle gare di canoa (imbarcazione diversa dal kayak, dove le atlete sono ammesse e gareggiano campionesse come Josefa Idem), mentre per gli uomini ci sono ben cinque competizioni. Rippington, campionessa britannica di 27 anni di Reading, ha detto: ”Voglio che Locog risponda a due semplici domande: e’ discriminatorio che ci siano cinque eventi di canoa maschile alle Olimpiadi e nessuno per le donne? Ed e’ giusto che questa situazione continui cosi’?” Secondo la canoista, la canoa femminile sta ”crescendo di anno in anno”, ma ‘fino a quando non arriveremo alle Olimpiadi, non avremo i fondi”. (ANSA,20-LUG-12)

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