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 ASSUNZIONI, MULTATA PEPSI PER DISCRIMINAZIONI RAZZIALI

Tre milioni e 100mila dollari: è questa la cifra che la Pepsi Beverages dovrà versare per aver esercitato politiche di assunzione discriminanti. Ad accusare e condannare l’azienda è stata la Commissione per le pari opportunità sul lavoro. L’organo del Governo statunitense ha contestato le modalità e i criteri di scelta del personale applicati dall’azienda leader nel settore delle bevande.
I responsabili delle assunzioni, infatti, dovevano, come prassi, controllare ogni eventuale precedente penale dei candidati. Gli aspiranti lavoratori che avevano avuto guai con la legge, anche in assenza di condanne in Tribunale, non erano mai assunti. Questo criterio di assunzione ha fatto sì che la Pepsi operasse una scrematura che ha sfavorito soprattutto la comunità afro-americana e quella ispanica, i cui membri sono stati portati più spesso ad avere problemi legali anche a causa della presenza di questi gruppi sociali nelle aree più a rischio delle città. Secondo la Commissione, quindi, la forza-lavoro bianca ha tratto vantaggio da questa politica discriminante. Una pratica ritenuta illegale dagli uffici per le pari opportunità, i quali hanno evidenziato che eventuali arresti o condanne passati non devono essere considerati un motivo di esclusione, specie se riferiti, come nel caso di specie, a reati minori. È illegale, ha ricordato la Commissione, far pesare sulla decisione di assunzione le vicende giudiziarie passate se queste risultano irrilevanti per il tipo di posizione per la quale si è candidati. La natura e la gravità dei reati commessi non possono essere in alcun modo presi in considerazione e valutati. Gli ispettori sono giunti alla conclusione che la Pepsi, in questo modo, ha escluso senza una valida ragione 300 richiedenti di origine afro-americana e ispanica.
L’azienda ha reagito immediatamente dichiarandosi disposta a rivedere i criteri di assunzione, perché estranea a qualsiasi intenzione di creare discriminazioni razziali e, al contrario, decisa a realizzare un ambiente di lavoro diversificato e inclusivo. La Pepsi ha inoltre promesso che le centinaia di candidati scartati finora saranno presi nuovamente in considerazione, se ancora interessati, al momento delle prossime selezioni.
La risposta della Pepsi è in accordo con le linee guida dettate dalla Commissione per le pari opportunità sul lavoro, la quale tuttavia ha imposto all’azienda anche il pagamento della sanzione di oltre 3 milioni di dollari per aver escluso i candidati appartenenti a minoranze razziali solo sulla base della fedina penale.( 24 Gennaio 2012)

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