NEW YORK, 17 GIU – Le radici genealogiche della First Lady, Michele Obama, affondano nel sud degli Stati Uniti dilaniato dalla schiavitu’ e dalla lotta razziale. E sono ‘bianche’: la trisavola di Michele, Melvinia, e’ rimasta incinta, a soli 15 anni, del figlio della sua ‘proprietaria’ bianca, Charles Marion Shields. Un rapporto dal quale e’ nato Dolphus T. Shields, il padre del bisnonno materno della First lady. A rivelarlo e’ Rachel L. Swarns, giornalista del New York Times nel libro ‘American Tapestry: The Story of the Black, White and Multiracial Ancestors of Michelle Obama”, edito da Amistad e che uscira’ martedi’ prossimo. Il libro e’ frutto di due anni di ricerche, inclusi esami del dna e testimonianze dirette di alcuni parenti lontani di Michelle, come Joan Tribble, il cui bisnonno era il proprietario della trisavola di Michelle Obama. Dalle indagini, Swarns ha scoperto che la First Lady ha una serie di cugini ‘bianchi’ che vivono in Georgia, South Carolina, Alabama e Texas e che, proprio grazie alle ricerche di Swarns, hanno da poco scoperto di essere legati con Michelle. Melvinia era arrivata nella proprieta’ di Shields quando aveva solo 8 anni: era circa il 1852. Le relazioni con Charles Marion Shields non sono chiare, ovvero non si sa se il loro rapporto sia stato consensuale o se si sia trattato di stupro. Le opinioni all’interno della famiglia sono varie. ”E’ stata ovviamente una storia d’amore, troppo difficile per il Sud di allora da accettare” spiega Aliene Shields, discendente della famiglia e attualmente residente in South Carolina. Ruth Wheeler Applin, che ha sposato il nipote di Melvinia, ritiene si sia trattato di stupro ma ammette di non averne mai parlato con la diretta interessata. La figlia di Dolphus, Pearl Lewis, si traferi’ anni dopo a Cleveland. La nipote di Parl, Jewell Barclay, ancora si ricorda di Dolphus, un uomo magro e con un naso aquilino: in famiglia – ricorda – si e’ sempre vociferato che fosse per meta’ bianco. ”Ai tempi della schiavitu’ – osserva – gli uomini bianchi si divertivano con le donne nere”. (ANSA 17-GIU-12)
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