(Adnkronos) 09-DIC-09. Un viaggio nel tempo alla scoperta dell’universo femminile. Un viaggio per capire come gli uomini vedevano il matrimonio e la sensualita’ e come consideravano le donne del mito, le Amazzoni e le Menadi. A proporla e’ la mostra ”Le ore della donna. Storie e immagini nella collezione di ceramiche attiche e magnogreche di Intesa Sanpaolo” a Vicenza, alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari dal 12 dicembre all’11 aprile. Una collezione tra le piu’ importanti al mondo, ricca di ben 522 ceramiche che il progetto “Il tempo dell’antico. Pagine di archeologia in Palazzo Leoni Montanari” gradualmente svelera’ attraverso percorsi tematici di cui questa mostra e’ il primo appuntamento. A quello sulla donna seguiranno approfondimenti sulla figura maschile, l’amore, il lavoro, il sacro, la morte e il mito nella Grecia classica e nei centri della Magna Grecia, attraverso gli spazi e i tempi che scandivano la vita quotidiana. La mostra propone una selezione di immagini tutta al femminile, un ritratto della donna greca filtrato dallo sguardo dell’uomo, committente e decoratore. Questa prima esposizione presenta una attenta selezione di opere dell’intera raccolta, proveniente da Ruvo di Puglia, importante centro dell’antica Apulia,e racconta lo spazio e i tempi che scandivano la vita femminile ad Atene e nei territori della Magna Grecia: la donna regina, o prigioniera, dell’oikos, la casa, da cui si allontana solamente in occasioni particolari come le feste religiose; la donna al lavoro tra le mura domestiche, imprenditrice nell’organizzare in casa l’intera filiera nella produzione dei tessuti; la donna che vive in appartamenti separati dal marito, e si ricongiunge a lui nel thalamos, la camera nuziale.
Due i momenti della vita in cui la donna acquista, anche nella rappresentazione delle immagini vascolari, la stessa dignita’ dell’uomo: il matrimonio, status sociale degno di rispetto cui la donna greca tende, e la morte. Di grande efficacia rappresentativa risulta la raffigurazione dell’abbraccio degli sposi nel thalamos nuziale, corredato da particolari che rappresentano la bellezza femminile. La donna e’ ritratta abbigliata con sfarzose vesti decorate da preziosi accessori e circondate da raffinati oggetti, specchi, ghirlande, ventagli.Nei vasi in mostra ammiriamo anche le donne “altre”, libere di uscire: sono le ete’re, colte “cortigiane” chiamate a dar piacere col corpo e con le arti, rappresentate nude, intente a lavarsi nel leuterion, la vasca delle abluzioni. Sono figure dai tratti androgini, riconoscibili nella loro femminilita’ dai gesti e dal laccio stretto sulla gamba, forse amuleto contraccettivo della ragazza intenta a pettinarsi. L’esposizione si chiude con una sezione dedicata alle donne del mito: le Amazzoni, donne guerriere, e le Menadi, seguaci di Dioniso, dio del vino. Fondamentale e’ la consapevolezza che quello che noi vediamo dipinto e’ lo sguardo dell’uomo sulla donna: e’ l’uomo a commissionare i vasi, a forgiarli, a decorarli rappresentandovi la sua visione della donna.Misteriosa e’ la presenza di una figura femminile al lavoro all’interno di uno degli esemplari piu’ preziosi dell’intera collezione, la kalpis attica del Pittore di Leningrado.
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