La Prefettura di Milano ha ospitato un convegno sulla violenza di genere
di Max Rigano
Cosa fare in una società in cui se sei una donna, qualche uomo ritiene di avere il diritto di sedurti contro la tua volontà o di possederti, all’interno di un rapporto, come se fossi un oggetto e non una persona con cui avere uno scambio fatto di reciprocità, rispetto e di scambio? La violenza di genere e le sue contromisure, è stato tema di un convegno a Milano presso la Prefettura. Polizia, Magistratura, Regione e Comune hanno quindi offerto le loro proposte a sostegno di quelle misure di prevenzione da adottare contro chi fa della violenza sulle donne una questione di dimestichezza e di quotidianetà, scevre da qualunque forme di critica individuale. Le condizioni di violenza seriale sono figlie infatti di una diffusa cultura maschilista e patriarcale. Per questo occorre dispiegare una necessaria attività di prevenzione. A partire dalle percosse, esercizio muscolare di molti uomini contro le donne, per esercitare la propria patologica possessività. “Il primo impegno è di impedire che il reato venga posto in essere”, evitando se possibile le misure di tipo repressivo. La repressione infatti è la condizione d’esercizio successiva alla violenza che invece è obbligo cercare di evitare.
Tra le misure di prevenzione “La legge 161 del 2017, ha spiegato il magistrato Fabio Roia, sancisce che la pericolosità sociale di un violento è qualificabile al pari di un reato associativo di mafia. Tra le altre misure il tribunale quindi può esercitare forme prescrittive nei confronti di soggetti violenti, compresi gli stalker. Tra le altre: l’obbligo di non avvicinarsi alle donne verso cui abbiano posto in essere condotte violente, e di essere lontani da loro almeno un chilometro. Di non scrivere né contattare in alcun modo la donna verso cui abbia esercitato violenza. Seguono anche ingiunzioni terapeutiche. La violazione delle prescrizioni comporta anche l’arresto e l’esercizio di misure cautelari da uno a cinque anni.”
Dice Diana De Marchi, Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano: “Una delle misure che abbiamo allo studio è di mettere in ogni luogo di aggregazione e in ogni giardino, una panchina rossa con scritto il numero contro le violenze sulle donne, il 1522”
Intervista a Diana De Marchi: GUARDA IL VIDEO
Secondo Silvia Piani, Assessore alle Pari Opportunità in Regione Lombardia, “Il contributo nato dalla collaborazione con i centri anti violenza sta dando i suoi frutti. Sono in aumento le denunce delle donne”.
Intervista a Silvia Piani: GUARDA IL VIDEO
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